In Corea vanno in scena 20 anni d’arte di Wim Delvoye. Tra maiali e decorazioni gotiche mentre lui sogna l’Iran e il suo principesco palazzo

Wim Delvoye, Tabriz, 2010, L 95 x 37 x H58 cm, stuffed carpet pig

Wim Delvoye, Tabriz, 2010, L 95 x 37 x H58 cm, stuffed carpet pig

Tra un mese la galleria Hyundai di Seoul inaugura un’esposizione che ripercorre vent’anni di lavoro dell’artista belga Wim Delvoye. Tra opere riccamente arabescate, suggestioni gotiche, sfottò, cinismo, paradossi e crudeltà. La mostra si intitola semplicemente ‘Wim Delvoye’ ed è la prima retrospettiva a lui dedicata in Corea.

Discusso lo è di sicuro. E ricco, molto ricco. Tutti gli altri aggettivi che si sprecano quando si parla di Wim Delvoye (spregiudicato, ironico, geniale ecc.) si condensano invece in una nube indistinta di suoni che un giorno la Storia dissiperà ma che adesso è solo rumore di fondo.  Ed è proprio quel chiacchiericcio, remoto ma incessante, a rendere difficile concentrarsi pienamente sul lavoro di Wim Devoye. 
Delvoye è un artista belga neo-concettuale- spiega conciso il comunicato stampa che ho tra le mani- il cui lavoro naviga il confine tra scioccante e affascinate. La sua vasta pratica combina forme espressive proprie delle belle arti come disegno, scultura e fotografia con tecniche sperimentali, idee filosofiche, materiali intriganti e artigianato.” 

Wim Delvoye, Marble Floor, 2000, 125 x 100cm, cibachrome on aluminium

Wim Delvoye, Marble Floor, 2000, 125 x 100cm, cibachrome on aluminium

Conosciuto al grande pubblico per una serie di opere estreme come ‘Cloaca’ (una macchina digestiva monumentale in grado di mimare il funzionamento dell’intestino) o peggio per aver tatuato dei maiali vivi spostandosi addirittura in Cina per aggirare le leggi che, in qualche modo, tutelano gli animali dalla crudeltà. Adesso i tempi sono cambiati e, per fortuna, i maiali non li tatua più ma non si pente nemmeno di quello che ha fatto. Del resto ne è uscito con un bottino da centinaia di migliaia di euro: le pelli sono state vendute a prezzi che hanno raggiunto le 55.000 sterline l’una e la serie coi personaggi della Disney è stata comprata da Chanel, gioiosamente incurante di quello che rappresentavano, per farci delle borse.

Wim Delvoye, Cement Truck, 2013, 138 x 36 x 68.5cm, laser-cut stainless steel; (particolare)

Wim Delvoye, Cement Truck, 2013, 138 x 36 x 68.5cm, laser-cut stainless steel; (particolare)

Di questo periodo comunque alla galleria Hyundai c’è poco. Ci sono le sculture che rappresentano maiali ricoperti da tappeti iraniani (serie 'Tapisdermy'). Le fotografie di pavimenti in marmo realizzati con salame e affettati vari anziché piastrelle. Ma sono soprattutto le opere gotiche a dominare, in cui i funzionali e sgraziati macchinari che si trovano in un cantiere (betoniere, camion a rimorchio) diventano forme base su cui ripetere ricchissime decorazioni d’epoca.
Questa serie è in acciaio tagliato a laser ma il valore artigianale della decorazione irrompe, per esempio, negli pneumatici che sono stati intagliati a mano o nelle lussuose valigie Rimowa e nella carrozzeria di una Ferrari Testarossa che sono state decorate da degli artigiani iraniani con elaborati disegni mediorientali, motivi tradizionali e immagini dal lavoro di Delvoye. Inutile dire che ognuno di questi laboriosi pattern è unico. 

Wim Delvoye, Ferrari Testarossa (scale -¢), 2017, 87 x 40 x 40, embossed aluminium

Wim Delvoye, Ferrari Testarossa (scale -¢), 2017, 87 x 40 x 40, embossed aluminium

L’Iran ricorre in questa mostra perché proprio a Kashan in Iran, Wim Delvoye sta restaurando un grande palazzo ottocentesco. Così, negli anni a venire, la cittadina tra le oasi ai confini con il deserto, diventerà il quartier generale dell’artista e ospiterà un museo di 9000 mq (verranno ricavati anche spazi riservati alle residenze per artisti). "E’ un paese che tollera l’arte e la sua libera espressione- ha dichiarato Delvoye in un’intervista a Repubblica- più di quanto non si faccia oggi in Occidente, con poca burocrazia e senza bisogno di impegnare cifre esorbitanti".

La retrospettiva dedicata a Wim Delvoye dalla Gallery Hyundai dal 27 febbraio si protrarrà fino all’8 aprile 2017. 

Wim Delvoye, Ferrari Testarossa (scale -¢), 2017, 87 x 40 x 40, embossed aluminium; (particolare)

Wim Delvoye, Ferrari Testarossa (scale -¢), 2017, 87 x 40 x 40, embossed aluminium; (particolare)

Wim Delvoye, Cement Truck, 2013, 138 x 36 x 68.5cm, laser-cut stainless steel

Wim Delvoye, Cement Truck, 2013, 138 x 36 x 68.5cm, laser-cut stainless steel

Wim Delvoye, Concrete Mixer, 2013, L 84,5 x 45 x H 105 cm, laser-cut stainless steel

Wim Delvoye, Concrete Mixer, 2013, L 84,5 x 45 x H 105 cm, laser-cut stainless steel

Wim Delvoye, Deux Bacchantes CW (scale model), 2010, 30 x 28 x 72cm, polished bronze

Wim Delvoye, Deux Bacchantes CW (scale model), 2010, 30 x 28 x 72cm, polished bronze

Wim Delvoye, Dumptruck, 2011, L 117 X 38 X H 56 cm, laser cut stainless steel

Wim Delvoye, Dumptruck, 2011, L 117 X 38 X H 56 cm, laser cut stainless steel

Wim Delvoye, Dunlop Geomax 10090-19 57M 360-¦ 3X, 2013, L 72 x 31 x H 91.5 cm, polished stainless steel + patinated stainless steel

Wim Delvoye, Dunlop Geomax 10090-19 57M 360-¦ 3X, 2013, L 72 x 31 x H 91.5 cm, polished stainless steel + patinated stainless steel

Wim Delvoye, L'Amour D+®sarm+® Rorschach, 2016, 58 x 58 x 74cm, patinated bronze

Wim Delvoye, L'Amour D+®sarm+® Rorschach, 2016, 58 x 58 x 74cm, patinated bronze

Wim Delvoye, Nautilus, 2013, 97 x 42 x 102cm, laser-cut stainless steel

Wim Delvoye, Nautilus, 2013, 97 x 42 x 102cm, laser-cut stainless steel

Wim Delvoye, Rimowa Classic Flight Cabin Trolley 971.52.00.2, 2015, L 53 x 35 x H 80 cm, embossed aluminium

Wim Delvoye, Rimowa Classic Flight Cabin Trolley 971.52.00.2, 2015, L 53 x 35 x H 80 cm, embossed aluminium

Le intricate sculture di Eunsuh Choi fatte da centinaia di bastoncini di vetro lavorati a lume e intrecciati

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L’artista coreana Eun Suh Choi crea delle sculture di vetro aggraziate e complesse, caratterizzate da con un tocco infantile; giocoso.

Sono di medie dimensioni, costruite come fossero castelli di carte, sovrapponendo ed incastrando tra loro centinaia di fragili bastoncini lavorati a mano.

A livello concettuale Eun Suh Choitratta i concetti di aspirazione ed ambizione (che sono la base per un progresso costante, anche se fragile).

"Il mio lavoro si concentra specificamente sul desiderio di comunicare il fluire aggraziato delle nostre tensioni emotive attraverso il mezzo plastico del vetro lavorato a lume"- dice in un’intervista rilasciata alla rivista americana Habitat-“Mi piace lavorare con la scultura, utilizzando la forma e l’atmosfera che la circonda per ritrarre le storie che si basano sull’incontro dell’uomo con successo e fallimento nel perseguimento dell’ambizione personale.”

A vederle tuttavia, le sculture, sembrano elaborati prodotti della grafica 3d sviluppati con un tocco glamour. Non certo il minuzioso risultato di una pratica artigianale paziente e antica.  La Choi, infatti, usa l’antica tecnica della lavorazione a lume del vetro.
Per vedere altre opere di Eun Suh Choi e saperne di più su di lei, oltre al suo sito si può ricorrere alla Gallery Sklo o ad Habitat Fine Art. (via Colossal)

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L’artista Chun Kwang Young che crea enormi sculture con migliaia di minuscoli pacchetti in carta di gelso

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Le sculture di carta dell’artista coreano Chun Kwang Young sono uno spettacolo difficile da dimenticare Sono grandi, complesse nella tessitura, ricordano le immagini della superficie lunare.
E soprattutto sono fatte da migliaia di minuscoli pacchetti triangolari. Di dimensioni e colori diversi, ma tutti rigorosamente in carta di gelso coreana.

Per Chun Kwang Young questi piccoli involti sono cellule che danno vita a un universo in cui gli opposti (ricchi e poveri, oriente e occidente, tradizione e modernità ecc.) lottano per la supremazia. Per ricomporsi alla fine nell’armonia.

Concretamente, invece, si tratta di triangoli di polistirolo, impacchettati uno ad uno, in carta tradizionale coreana. A volte l’artista per farli recupera pagine di varie pubblicazioni. Sono tutti colorati con sostanze naturali (ad esempio la terra gialla e il tè nero).

Dettaglio di“Aggregation 06-JN028” con “Aggregation 12-MY026,” 2012, photo © Arts Observer

Dettaglio di“Aggregation 06-JN028” con “Aggregation 12-MY026,” 2012, photo © Arts Observer

Assemblarli, infine, non è cosa da poco. Un lavoro minuzioso che nasce da un ricordo d’infanzia dell’artista, riemerso in un pomeriggio assolato: “La stanza era piena di calda luce solare proveniente dalla finestra - scrive nella biografia del suo sito, Chun Kwang Young -  Essendo stato malato di un brutto raffreddore, mi sono seduto in salotto e ho guardato il bicchiere d'acqua e un pacchetto di pillole che la mia cara moglie aveva portato per me. […] Improvvisamente, mi tornò in mente un vecchio ricordo.”
Ero un bambino malaticcio e mia madre mi portava da un medico del quartiere che praticava la medicina tradizionale cinese- continua- Non ho mai amato quel posto per il forte odore degli infusi e per la vista minacciosa degli aghi da agopuntura. Mentre il medico mi sentiva il polso, mia madre mi teneva la mano e io fissai gli occhi sul soffitto, sentendo il dottore che mormorava qualcosa tra se e se.  Ricordo che numerosi pacchetti di gelso erano appesi al soffitto, sulla carta di ognuno di essi era scritto il nome della medicina avvolta dentro. L'immagine dei vecchi ricordi della farmacia mi è rimasta in testa per un po '“.
Ho sempre avuto il desiderio di comunicare la mia arte attraverso un sentimento coreano e l'immagine di quei pacchetti di medicinali appesi al soffitto è diventata un nuovo tema della mia arte da quel memorabile pomeriggio”.

Chun-Kwang-Young-scultura-carta

Le sculture di carta di Chun Kwang Young (intitolate "Aggregations") dal 17 maggio al 13 agosto saranno in mostra alla Boghossian Foundation di Bruxelles. Ma si può sempre seguire il lavoro di questo poetico e laborioso artista su Facebook. (immagini via Artsobserver, Colossal)

Dettaglio di“Aggregation 12-AU042.” photo © Arts Observer

Dettaglio di“Aggregation 12-AU042.” photo © Arts Observer

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“Aggregation 12-AU042,” 2012photo © Arts Observer

“Aggregation 12-AU042,” 2012photo © Arts Observer

Dettaglio di “Aggregation 12-AU042.” photo © Arts Observer

Dettaglio di “Aggregation 12-AU042.” photo © Arts Observer