Alex Chinneck ha annodato una colonna lignea di 450 anni fa

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Case capovolte, villette che scivolano via, edifici fluttuanti, le opere dello scultore britannico Alex Chinneck sono ironiche e surreali. Mixano il coup de théâtre con la vita quotidiana e sono talmente curate nei particolari da essere, talvolta, indistinguibili dalla realtà. Non fosse per il fatto che sono inverosimili. 

E’ il caso, per esempio, dell’intervento ‘Birth, death, and a midlife crisis’ (Nascita, morte e crisi di mezza età) che in questi giorni si è guadagnato uno spazio sulle pagine reali e virtuali dei giornali di tutto il mondo. L’intervento site-specific che è al centro della mostra ’Knots’ dedicata ad Alex Chinneck dalla Städtische Galerie Kornhaus a Kirchheim Unter Tec in Germania, rappresenta un nodo ad un’antica colonna dell’edificio.

"Il museo ha 450 anni e Le colonne ne sono la caratteristica principale- ha spiegato Chinneck-  questo intervento ha colto l'occasione per sfidare la logica e distorcere la storia. Volevo creare l'impressione che avessimo cambiato solo ciò che era già fisicamente presente nel museo e il lavoro è nato attraverso la manipolazione, piuttosto che l'introduzione, del materiale. Con questo approccio, l'obiettivo era produrre qualcosa di scolpito, audace ma sensibile al contesto ".

Per rispettare la fuga prospettica e dare equilibrio all’insieme,  Chinneck ha aggiunto anche una colonna diritta.

Conosciuto per le grandi installazioni di arte pubblica e definito da The Guardian ’maestro dell’illusione architettonica’, Alex Chinneck, di solito lavora in esterno. Ma in questa mostra ha dato prova di non perdere la sua abilità di far scivolare la realtà nell’illusione nemmeno all’interno di un edificio.

A ’Knots’ l’artista ha esposto anche una scopa in legno. Con il manico annodato naturalmente. A seguire trovate le foto di varie altre sculture di Chinneck.

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Gil Batle, l’ex-detenuto diventato artista che racconta la vita dietro le sbarre intagliando uova di struzzo

Gil Batle, uova di struzzo lavorata a mano. photo via thetwopercent

Gil Batle, uova di struzzo lavorata a mano. photo via thetwopercent

Le opere di Gil Batle ricordano un po‘ i bassorilievi di una cattedrale medioevale un po‘ le immagini di un fumetto, solo che lui le incide sui fragili gusci delle uova di struzzo. Ne escono delle composizioni cesellate, eleganti, e a un primo sguardo si può persino non rendersi  conto che raccontano storie di violenza e dolore. Storie di carcere.
Perchè Gil Batle, in carcere c’è stato davvero.

Nato a San Francisco da genitori filippini 54 anni fa, ha continuato a entrare e uscire dalle prigioni della California per vent’anni. Ne ha girate 5. Posti come San Quentin, Chuckawalla e Jamestown . Condannato per frode e contraffazione, falsificava assegni per sostenere i costi della sua tossicodipendenza, finchè per interrompere questo circolo vizioso, non si trasferito in un’isola sperduta delle Filippine e ha cominciato a fare l’artista. Adesso le sue uova vengono vendute intorno ai 14mila dollari il pezzo.
D’altra parte Gil Batle in carcere disegnava tutti i giorni. Perlopiù tatuaggi per gli altri detenuti:

L’ ‘artista’ della prigione era una merce… Lui era come un mago- ricorda Batle sul suo sito web-  Persino i detenuti più duri erano ammirati dalle capacità degli artisti…  Io ero quella merce… L’abilità nel disegnare, la mia età e il fatto che ero bravo a fingere (forza) nel farlo… Si potrebbe chiamare performance art… E’ come sono stato in grado di sopravvivere all’interno di quelle mura”. 

Gil Batle, uova di struzzo lavorata a mano. photo via thetwopercent

Gil Batle, uova di struzzo lavorata a mano. photo via thetwopercent

In poche parole i tatuaggi di Batle sono stati la sua assicurazione sulla vita nei violenti carceri californiani dove la gang di detenuti e la segregazione razziale la fanno da padroni.

Crips, e gang-banger della Fratellanza Ariana, in blocchi di cellule segregate razzialmente, dominano con intimidazioni e minacce- ha spiegato il mercante e collezionista Norman Brosterman- Ma la facilità di disegno di Batle era considerata magica dagli assassini, dagli spacciatori di droga e dagli autori di rapine a mano armata, le cui storie sono ora raccontate con dettagli minuziosamente incisi sul fragile guscio di un uovo di struzzo.”

Cambia soltanto i nomi o non li mette affatto ma dice di raccontare sempre storie vere. A volte attinge alla sua biografia altre si riferisce a persone che ha conosciuto e cose che ha visto. Per farlo usa un trapano odontoiatrico ad alta velocità. Le uova di struzzo le sceglie personalmente al mercato, poi le svuota, le disegna e le incide. Cosa non semplice vista la fragilità dei gusci.

Gil Batle, la prima serie delle sue uova di struzzo l’ha chiamata, non senza ironia: ‘Hatched in Prison’ (Covato in prigione). La seconda si chiama ‘Re-Formed’ e, fino al 24 febbraio, è in mostra alla galleria Ricco/Maresca di New York. Per chi volesse saperne di più senza spingersi nella grande mela c’è quest’intervista che gli ha fatto cbs. (via 2%)

Reception: Fresh Fish, 2015, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

Reception: Fresh Fish, 2015, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

51/50 Dreams, 2015, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

51/50 Dreams, 2015, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

Gang Chart II, 2015, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

Gang Chart II, 2015, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

It's Your Fault II, 2014, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

It's Your Fault II, 2014, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

Sanctuary, 2014, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

Sanctuary, 2014, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

Jargon, 2014, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

Jargon, 2014, carved ostrich egg shell, 6.5 x 5 x 5 in. photo via ricco/maresca

Laura Ellen Bacon tesse rami di salice per creare monumentali installazioni

'Murmuration', The Holburne Museum, Bath, 2015, Flanders Red willow nicksmithphotography.com

'Murmuration', The Holburne Museum, Bath, 2015, Flanders Red willow nicksmithphotography.com

La scultrice inglese Laura Ellen Bacon crea opere davvero grandi e solide usando solo materiali leggeri, tradizionali nell’artigianato ma inconsueti nell’ambito delle arti visive, come rametti o paglia. Fa tutto a mano, con pazienza, intrecciando e legando senza posa.

Sarà la campagna inglese che le fa da sfondo ma Laura Ellen Bacon sembra un po’ un personaggio delle fiabe mentre tesse abilmente ramoscelli, paglia e giunchi per creare le sue enormi sculture. Che a loro volta evocano favole mentre si snodano sulle pareti di antichi castelli o sembrano scorrere dall’argine di un ruscello. Possono far pensare a enormi ciocche di capelli calate da una torre, o a piante magiche che si ergono verso il cielo. Ma si tratta sempre di forme organiche, completamente astratte, capaci di giocare con il contesto architettonico in cui si trovano.

"Ho iniziato a fare i miei primi lavori sui muri a secco- spiega la Bacon sul suo sito intenet- e dopo un’evoluzione ho lavorato tra gli alberi, sugli argini dei fiumi e nelle siepi, permettendo alla struttura scelta (fosse essa biologica o creata dall'uomo) di diventare ospite. Sono ancora fortemente spinta a creare spazi di qualche tipo e, a oltre un decennio dagli esordi, le mie passioni continuano a fondersi creativamente con l'architettura.”

Laura Ellen Bacon ha cominciato il suo percorso artistico con i rami di salice. La tecnica che usa per intrecciarli se l’è inventata. Fa dei disegni preparatori, certo, ma non sono mai completi perché è solo lavorando che capisce come procedere. Per completare un’opera le occorrono diverse settimane e se si tratta di una scultura che verrà posizionata in esterni non è raro che passi tutto il tempo all’aperto. 

Recentemente ha cominciato a usare la paglia che nel Regno Unito è un materiale tradizionalmente utilizzato per rivestire i tetti. Questa tecnica di copertura degli edifici si chiama ‘thatching’. E la Bacon se l’è fatta insegnare da un artigiano specializzato.
Laura Ellen Bacon ha appena terminato una mostra al Victoria&Albert Museum di Londra nell’ambito dell’ Woman’s Hour Craft Prize. Dove si è piazzata tra le 12 finaliste. Per vederle altre sue sculture oltre al sito internet c’è l’account instagram. In fondo a questo post trovate anche due brevi documentari sul suo lavoro. (via Fubiz)

'The Shape of First Thoughts', Dicky Meadows willow and Black Maul willow, 2017, Photo by Alun Callender

'The Shape of First Thoughts', Dicky Meadows willow and Black Maul willow, 2017, Photo by Alun Callender

'Form of Intrigue' for Sotheby's exhibition, 'Material Worlds', Sudeley Castle, Flanders Red willow, 2011 Photo courtesy of Sotheby's

'Form of Intrigue' for Sotheby's exhibition, 'Material Worlds', Sudeley Castle, Flanders Red willow, 2011 Photo courtesy of Sotheby's

'Spatial Place', COLLECT, Saatchi Gallery, 2013, Dicky Meadows willow

'Spatial Place', COLLECT, Saatchi Gallery, 2013, Dicky Meadows willow

'Split Forms', New Art Centre, Wiltshire , 2012

'Split Forms', New Art Centre, Wiltshire , 2012

'The Thicket Inside', Flanders Red willow, 2017 Photo by Electric Egg.

'The Thicket Inside', Flanders Red willow, 2017 Photo by Electric Egg.

'Exposed Blackwell', Cumbria, Flanders Red willow, 2012

'Exposed Blackwell', Cumbria, Flanders Red willow, 2012

'The Thicket Inside', Flanders Red willow, 2017 Photo by Electric Egg.

'The Thicket Inside', Flanders Red willow, 2017 Photo by Electric Egg.