L’artista Ian Berry ha creato un giardino inglese con fiori, piante farfalle e lepri usando solo vecchie paia di jeans

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

L’artista britannico Ian Berry (di cui ho parlato qui), famoso per gli incredibilmente realistici ritratti dipinti con il denim, ha recentemente ultimato l’installazione ‘Secret Garden’ al Children’s Museum of the Arts di New York. Un giardino, con fiori, piante, farfalle e persino leprotti. Fatto interamente di vecchi jeans.

L’opera, ideata per essere attraversata, riproduce un piccolo, lussureggiante spazio verde nascosto tra gli edifici. Le specie di piante che raggruppa vanno dalle rose ai cactus, dal glicine al crisantemo. Ma a renderla veramente affascinante è il pergolato denso si grappoli in fiore. Migliaia tra foglie e petali di tessuto lavorati ed installati manualmente uno ad uno.
‘Secret Garden’ si rivolge sia ai bambini che ai loro genitori e vuole, ad un tempo, stimolare le famiglie a fare più vita all’aria aperta e a riscoprire la dimensione del vicinato.
"Sì, (qui a Manhattan ndr) ci sono posti dove andare e parchi famosi con incredibili spazi aperti e c’è pure la High Line- spiega Ian Berry- ma forse quest’opera potrebbe ispirare i genitori a trovare un piccolo giardino segreto vicino a loro”.

Il Children’s Museum of the Arts  è nato per “iniziare i bambini e le loro famiglie al potere trasformativo delle arti dandogli l’opportunità di fare arte fianco a fianco con artisti al lavoro”. Ian Berry, dal canto suo, nel corso degli anni ha lavorato spesso con le scuole del Regno Unito. E dice di essere felice tutte le volte che un bambino gli scrive raccontandogli di aver fatto un lavoro ispirato alla sua opera.
E’ da pazzi pensare che entrambi i nostri paesi  (UK e Stati Uniti ndr) eccellano nei campi creativi e guidino davvero il mondo- dice Ian Berry- Tuttavia, a scuola viene costantemente detto che le arti sono un hobby con visioni dell'artista morto di fame”.

L’installazione ’Secret Garden’ di Ian Berry al Children’s Museum of the Arts di New York si potrà visitare fino ad Aprile 2018. (via Creative Boom)

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Will Ellis

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Will Ellis

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Will Ellis

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Will Ellis

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Lucinda Grange

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Will Ellis

Ian Berry, Secret Garden, Children's Museum of the Arts. Photography by Will Ellis

Camminando coi samurai alla National Gallery di Singapore. By Teamlab

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore. All images courtesy of Teamlab

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore. All images courtesy of Teamlab

Il collettivo multidisciplinare Teamlab (di cui ho parlato per esempio qui) ha realizzato un’installazione atipica per la National Gallery di Singapore. L’opera, che dà il titolo alla mostra (fino al 21 agosto 2018) si chiama ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’ e rappresenta gente d’altri tempi. O meglio giapponesi d’altri tempi, samurai ma anche contadini, vestiti con i costumi tipici dell’epoca, che camminano all’infinito.

Queste figure, caratteristiche eppure anonime, appena tratteggiate ma più o meno a grandezza naturale, interagiscono con il visitatore. Scherzano persino con lui come se si rendessero conto della sua presenza. Rigorosamente senza interrompere la loro marcia. 
L’installazione accoglie i visitatori in un labirinto di spazi, incontri e confronti che presentano infiniti cicli narrativi nella ricerca dell'illuminazione- spiega la National Gallery di Singapore- L'ambiente 3D è impostato in un modo che il viaggio introspettivo di ognuno venga continuamente sfidato dalla presenza di figure, che attirano, stuzzicano, rispondono scherzosamente allo spettatore, come se percepissero il suo movimento, il calore del corpo e la voce“.  

Teamlab, ‘Flowers and People - Dark’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Flowers and People - Dark’, National Gallery of Singapore

I gruppi di figure e le ambientazioni sono diverse, perché Teamlab vuole dare la possibilità al visitatore di scegliere i suoi compagni di strada in una sorta di viaggio verso l’illuminazione.
Ad affiancare la monumentale ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’ c’è ‘Flowers and people- Dark’ (del 2015) in cui una parete di fiori, completamente interattiva, sboccia, cresce e perde i petali di fronte agli occhi dello spettatore.

Teamlab, ‘Story of the Forest’, National Museum of Singapore

Teamlab, ‘Story of the Forest’, National Museum of Singapore

Oltre a questa mostra Teamlab è presente in questo periodo a Singapore con diverse opere tra cui va ricordata la bellissima installazione didascalica ‘Story of the forest’ che dall’anno scorso è entrata a far parte della collezione permanente del National Museum of Singapore.

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Non è comunque necessario fare tanta strada per vedere il lavoro di Teamlab. Tra poco, infatti, il collettivo giapponese famoso per le spettacolari opere immersive che fondono nuove tecnologie, illustrazione, design ed arte senza tempo, sarà a Parigi, alla Grand Halle De La Villette con ‘Teamlab: Au delà des limites’. Un lavoro che si preannuncia imperdibile.

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Flowers and People - Dark’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Flowers and People - Dark’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Flowers and People - Dark’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Flowers and People - Dark’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Story of the Forest’, National Museum of Singapore

Teamlab, ‘Story of the Forest’, National Museum of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Story of the Forest’, National Museum of Singapore

Teamlab, ‘Story of the Forest’, National Museum of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

Teamlab, ‘Walk, walk, walk: search, deviate, reunite’, National Gallery of Singapore

L'impianto antincendio va in tilt e l'insegna di un hotel di Chicago si trasforma in una torre di ghaccio

Tutte le foto © Andrew Hickey 

Tutte le foto © Andrew Hickey 

La tempesta di neve e le condizioni climatiche estreme che hanno colpito la settima scorsa gli Stati Uniti hanno portato con se anche qualche scintilla di magico stupore. E' il caso del piccolo evento evento, documentato in questi scatti dal fotografo di street-art Andrew Hickey: una torre di ghiaccio alta 21 piani.

 L'effimera e accidentale scultura si è formata in corrispondenza della scala esterna e dell'insegna di un hotel di Chicago. A crearla è stato un guasto all'impianto antincendio che si è verificato al ventunesimo piano. L'acqua ha formato una cascata che si è immediatamente ghiacciata. 

Il fotografo Andrew Hickey era lì, come molti altri cittadini, e ha documentato l'accaduto. In fondo al post anche il fiume di Chicago ridotto a una lastra di ghiaccio.

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278 Likes, 7 Comments - @drewinchicago on Instagram: "Wells Street Bridge. #🏙 #😬 #💦"