Le gigantesche sculture di carta stampata del professor David March che invadono i musei come le onde di uno Tsunami

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Le sculture dell’inglese David Mach sono senza dubbio fuori dell’ordinario. Pervase da quello humor sottile e implacabile, tipicamente british, sono fatte con i materiali più impensati: dalle riviste alle carte da gioco, dagli appendiabiti ai fiammiferi (a queste ultime ogni tanto dà fuoco). Ha usato anche le cartoline ma l’elenco non si ferma lì.

A volte sono effimere ma non sempre. Spesso sono enormi e solide anche se per crearle è bastata la carta.

Per questa capacità di esplorare, senza però mai cedere gli strumenti del mestiere (che dal ‘900 in avanti sono anche e soprattutto concettuali), David March di è guadagnato il ruolo di Professore d’Ispirazione e Scoperta all’University of Dundee (Scozia) ed altri importanti riconoscimenti. Per esempio, venne nominato per il prestigioso Turner Prize che non vinse mai, ma in compenso è diventato membro della Royal Accademy e professore di scultura alle Royal Accademy Schools. Ha persino un dottorato honoris causa in Legge.

A breve David Mach realizzerà un’importante installazione per gli ampi locali della Griffin Gallery (nella parte occidentale di Londra). L’opera richiederà l’uso di 30 tonnellate di giornali, che verranno disposti come enormi onde nelle sale della galleria. Simile ad altre sculture effimere create in passato per spazi espositivi e musei, la nuova installazione di Mach, sarà visionabile in fase di realizzazione.

La Griffin Gallery, infatti, aprirà al pubblico un paio di settimane prima dell’inaugurazione, per permettere a tutti di osservare il processo attraverso il quale l’artista arriva all’opera finita.

Per vedere altre immagini del lavoro di David March, oltre al sito internet c’è  il suo account Facebook. Ogni tanto pubblica anche un video su Vimeo. (via Creativeboom)

‘picasso’, 2007 by david mach scultura di fiammiferi parte della serie‘matchead’ (foto designboom)

‘picasso’, 2007 by david mach scultura di fiammiferi parte della serie‘matchead’ (foto designboom)

'Like a Virgin' (Ujazdwski Castle centre for Contemporary Art, Warsaw, 1993), scultura di riviste e oggettidi david mach

'Like a Virgin' (Ujazdwski Castle centre for Contemporary Art, Warsaw, 1993), scultura di riviste e oggettidi david mach

'layed back', collage di carte da gioco 2012 by david mach foto designboom

'layed back', collage di carte da gioco 2012 by david mach foto designboom

Bangers n Mash (Gallery of Modern Art, Glasgow, 2002) installazione di riviste e automobili by david mach

Bangers n Mash (Gallery of Modern Art, Glasgow, 2002) installazione di riviste e automobili by david mach

‘gandhi’, 2008 by david mach scultura di fiammiferi (foto designboom)

‘gandhi’, 2008 by david mach scultura di fiammiferi (foto designboom)

The Great Outdoors (Contemporary Arts Center, Cincinnati, 1998) scultura composta da riviste e oggetti vari by david mach

The Great Outdoors (Contemporary Arts Center, Cincinnati, 1998) scultura composta da riviste e oggetti vari by david mach

'love', collage di cartoline natalizie 2012 by david mach foto designboom

'love', collage di cartoline natalizie 2012 by david mach foto designboom

Here to Stay (Tramway, Glasgow, 1990) scultura di carta by david mach

Here to Stay (Tramway, Glasgow, 1990) scultura di carta by david mach

‘golgotha’, 2011, scultura metallo e appendiabiti by david mach foto via designboom

‘golgotha’, 2011, scultura metallo e appendiabiti by david mach foto via designboom

Julie Cockburn, l’artista che ricama le fotografie vintage con fili d’arcobaleno

“Troublemaker” (2015) ricamo a mano su foto vintage, all images courtesy of Flowers Gallery London and New York

“Troublemaker” (2015) ricamo a mano su foto vintage, all images courtesy of Flowers Gallery London and New York

L’artista inglese Julie Cockburn recupera vecchie fotografie, prevalentemente ritratti, e le ricopre di pois o altri motivi decorativi semplici e multicolore. Il tutto è ricamato a mano con punti minutissimi.

Le opere della Cockburn richiedono pazienza e un lavoro minuzioso che si dipana nell’arco di una o più giornate. Senza contare il tempo necessario a recuperare le immagini e quello che impiega per ideare il titolo e il tipo di ricamo da fare.

L’artista compra le fotografie su ebay o le scova nei mercatini di antiquariato. Le persone che ritraggono, in genere, non hanno nome o comunque una storia conosciuta e questo la spinge a immaginare qualcosa su di loro. Queste supposizioni emergono nel titolo e nel motivo che Julie Cockburn decide di usare per quel particolare scatto.  Così un uomo dall’aria torva e poco raccomandabile diventa “L’Adultero”, mentre “The Conundrum” (“L’Enigma”) calza a pennello per una ragazza bella ma inespressiva nel ritratto.
Spesso l’artista nasconde i volti per sottolineare il mistero a cui ci troviamo di fronte. A volte usa motivi decorativi lineari o pois ripetuti per ottenere lo stesso risultato o semplicemente per accentuare qualcosa che l’ha colpita nel volto del soggetto. In alcuni casi sembra che Julie si sia messa a scarabocchiare le foto con il bianchetto ma se si osserva con più attenzione ci si accorge che anche quelle linee molli e apparentemente disordinate sono state ricamate con cura.

Le fotografie scelte sono state tutte scattate tra gli anni ‘30 e gli anni ‘60.

Julie Cockburn ha studiato al Chelsea College of Arts e al Central Saint Martins College of Art and Design. Ha un’intensa attività espositiva ma soprattutto in Regno Unito. A breve esporrà alla The Photographers’ Gallery di Londra e al The Photography Show dell’AIPAD a New York. Vive a Londra. Per vedere altre sue opere ci sono i suoi account Facebook ed Instagram. (via Colossal)

“The Conundrum” (2016)

“The Conundrum” (2016)

“Honeydew” (2013)

“Honeydew” (2013)

“Quizitive” (2016)

“Quizitive” (2016)

“The Secret” (2012)

“The Secret” (2012)

“Point of View” (2014)

“Point of View” (2014)

“Viewpoint” (2012)

“Viewpoint” (2012)

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