Le onde lacusti congelate, come in un fermo immagine, nelle fotografie di Eric Gross

Tutte le immagini © Eric Gross

Tutte le immagini © Eric Gross

Un lago ghiacciato è uno spettacolo a cui siamo abituati ma quello catturato nelle immagini del fotografo statunitense specializzato in luoghi remoti e incontaminati, Eric Gross, è qualcosa di diverso. Animato com’è da migliaia di onde di varia grandezza che compongono un paesaggio in movimento. Eppure sono tutte congelate.

Le fotografie delle onde del lago congelate sono state scattate tra le Montagne Rocciose del Nord America ad oltre 3mila metri di quota. Tuttavia si tratta di un fenomeno non comune neppure a quest’altitudine. Secondo gli esperti locali le onde sarebbero state modellate così come sono, con tanto di creste, da ripetute tempeste di neve sul lago già ghiacciato. "Attraverso molteplici cicli di fusione e congelamento- ha detto al blog statunitense Colossal, Eric Gross- e dopo periodi di forte vento, i cumuli e gli avvallamenti vengono modellati in curve profonde, a volte con creste e linee".

Il magnifico paesaggio circostante ovviamente si riflette nelle onde del lago. Ma anche questo gioco di specchi, che deformano e amplificano in un brillanate sfavillio di luci, è immobile. Congelato, appunto.

Eric Gross che si è occupato anche di marketing adesso è spacializzato in fotografia naturalistica. Abita in Colorado ma dice di viaggiare quasi tutto l’anno. "La mia speranza- scrive sul suo sito- è di mostrare cose che si vedono di rado ed espandere l'apprezzamento per il mondo naturale attraverso immagini capaci di ipnotizzare". Su Instagram condivide le sue fotografie dei maestosi paesaggi naturali nordamericani. (via Colossal)

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Con Uniform il MAST di Bologna si mette in divisa

PAOLA AGOSTI , Forlì, 1978 Giovane operaia ferraiola in cantiere/Young iron worker © Paola Agosti

PAOLA AGOSTI , Forlì, 1978 Giovane operaia ferraiola in cantiere/Young iron worker © Paola Agosti

Archiviato il successo di Anthropocene, il MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) di Bologna ha inaugurato sabato scorso (in contemporanea ad Artefiera) UNIFORM INTO THE WORK/OUT OF THE WORK. Un’altra mostra fuori dai canoni, intelligente, che questa volta si interroga sul significato e le caratteristiche dell’abbigliamento professionale. Usando, coraggiosamente, solo il linguaggio della fotografia.

Ovviamente se UNIFORM INTO THE WORK/OUT OF THE WORK dovesse anche solo avvicinarsi ai numeri raggiunti da Anthropocene per il museo sarebbe una vittoria. Con un totale di 155mila visitatori, infatti, Anthropocene è stata prolungata per ben due volte consecutive, arrivando a durare otto mesi: ben il doppio del tempo preventivato. Tanto da far commentare al curatore Urs Stahel: “Le code per visitarla si sono allungate sempre di più nelle ultime settimane e negli ultimi giorni. Stupefacente, sorprendente e inaspettato.” Tuttavia l’esposizione frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo Edward Burtynsky e i registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier aveva al suo arco, oltre al pluripremiato film Anthropocene: The Human Epoch (che è stato proiettato per tutta la durata della mostra), anche esperienze in realtà aumentata e intelligenza artificiale.

UNIFORM INTO THE WORK/OUT OF THE WORK si regge, invece, quasi interamente sulla sola fotografia. Composta dalla collettiva "La divisa da lavoro nelle immagini di 44 fotografi" e dalla personale “Ritratti Industriali” dell’artista americano Walead Beshty, l’esposizione prende le mosse dalla conflittualità dei sinonimi uniforme e divisa. Che se da una parte suggeriscono omologazione e perdita d’identità dall’altra parlano di un gruppo di persone che si separa dalla massa e assume per questo anche un’identità più marcata.

"La mostra-spiega la nota stampa dell'evento- è un viaggio tra le uniformi, che sollecita una riflessione sull’essere e sull’apparire".

"La divisa da lavoro nelle immagini di 44 fotografi" (allestita nella PhotoGallery) raccoglie gli scatti di celebri protagonisti della storia della fotografia tra cui, Manuel Alvarez Bravo, Walker Evans, Arno Fischer, Irving Penn, Herb Ritts, August Sander e fotografi contemporanei come Paola Agosti, Sonja Braas, Song Chao, Clegg & Guttmann, Hans Danuser, Barbara Davatz, Roland Fischer, Andrè Gelpke, Helga Paris, Tobias Kaspar, Herline Koelbl, Paolo Pellegrin, Timm Rautert, Oliver Sieber, Sebastião Salgado, immagini tratte da album di collezionisti sconosciuti e otto contributi video di Marianne Müeller.

L’esposizione partendo da un affresco comosito di epoche e luoghi, ci conduce attraverso le professioni, dalle più comuni a quelle più elitarie. Senza trascurare il mestiere della politica, come testimoniano i ritratti di Angela Merkel di Herlinde Koelbl, artista tedesca che ha dedicato un progetto pluriennale, “Traces of Power” alla raffigurazione anno per anno di alcuni dei maggiori leader tedeschi della caduta del Muro di Berlino in avanti. Questa parte della mostra si conclude con una riflessione sul rapporto che lega abbigliamento da lavoro e moda.

“Ritratti Industriali” (allestita nella Gallery/Foyer), invece, raccoglie 364 immagini selezionate tra la mole imponente di ritratti scattati da Walead Beshty ai professionisti del mondo dell’arte con cui ha lavorato nel corso di 12 anni. Ci sono curatori, galleristi, tecnici, direttori di museo e operatori vari, divisi in sette gruppi da 52 fotografie ciascuno.

Sarà possibile visitare UNIFORM INTO THE WORK/OUT OF THE WORK al MAST di Bologna fino al 3 maggio 2020.

WALEAD BESHTY Collector (Collezionista), Los Angeles, California, February 26, 2014 Courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

WALEAD BESHTY Collector (Collezionista), Los Angeles, California, February 26, 2014 Courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

WALEAD BESHTY Kunsthalle Director (Direttore di spazio espositivo), Beijing, China, April 27, 2011 Courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

WALEAD BESHTY Kunsthalle Director (Direttore di spazio espositivo), Beijing, China, April 27, 2011 Courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

WALEAD BESHTY Artist (Artista), Santa Monica, California, April 11, 2009 Courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

WALEAD BESHTY Artist (Artista), Santa Monica, California, April 11, 2009 Courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

WALEAD BESHTY Gallery President (Presidente di Galleria), Los Angeles, California, December 7, 2010 Courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

WALEAD BESHTY Gallery President (Presidente di Galleria), Los Angeles, California, December 7, 2010 Courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

ANDRÉ GELPKE Senza titolo, dalla serie “Sesso, teatro e carnevale”/Untitled, from the series "Sex Theater und Karneval", 1980 © André Gelpke / Switzerland

ANDRÉ GELPKE Senza titolo, dalla serie “Sesso, teatro e carnevale”/Untitled, from the series "Sex Theater und Karneval", 1980 © André Gelpke / Switzerland

GRACIELA ITURBIDE Mercato, Città del Messico / Market, Mexico City 1978 © Graciela Iturbide

GRACIELA ITURBIDE Mercato, Città del Messico / Market, Mexico City 1978 © Graciela Iturbide

WERONIKA GĘSICKA Senza titolo, dalla serie “Tracce” / Untitled, from the series "Traces" © Weronika Gęsicka

WERONIKA GĘSICKA Senza titolo, dalla serie “Tracce” / Untitled, from the series "Traces" © Weronika Gęsicka

MANUEL ÁLVAREZ BRAVO Vigili del fuoco, Messico / The Fire Workers, Mexico 1935 © Archivo Manuel Álvarez Bravo, S.C

MANUEL ÁLVAREZ BRAVO Vigili del fuoco, Messico / The Fire Workers, Mexico 1935 © Archivo Manuel Álvarez Bravo, S.C

SONG CHAO Serie “Minatori” / Series “Miners” 2000-2002 © Song Chao | Courtesy of Photography of china.com

SONG CHAO Serie “Minatori” / Series “Miners” 2000-2002 © Song Chao | Courtesy of Photography of china.com

La lussureggiante vegetazione delle foresta hawaiane ricopre vecchi veicoli arrugginiti nella fotografia di Thomas Strogalski

All photographs © Thomas Strogalski

All photographs © Thomas Strogalski

La maggior parte delle splendide piante fotografate da Thomas Strogalski alle Hawaii, noi europei siamo abituati a comperarle dal fiorista e a tenerle in appartamento tutto l’anno. Non certo a vederle maestose e lussureggianti nel loro ambiente naturale. E ancora meno a prendere in considerazione l’idea che possano scegliere autobus dismessi e vecchie automobili come fioriere. Eppure è proprio quello che accade nella serie di immagini Nature Takes Over.

Specializzato in fotografia di automobili e scatti pubblicitari il tedesco Thomas Strogalski vive a Düsseldorf ma durante un viaggio a Maui ha avuto l’opportunità di osservare dal vivo la fitta perfezione della vegetazione tropicale. Un groviglio apparentemente incontaminato di foglie, alberi, frutti, arbusti a tratti interrotto però da vecchi automezzi abbandonati. Macchina fotografica alla mano, Strogalski ha deciso di documentare questa infilata di discariche improvvisate, in cui le lamiere arrugginite di camper, pulmini e automobili, finivano per scomparire nell’abbraccio con la foresta.

"Sono affascinato dal pensiero che alla fine la natura prenderà il sopravvento sull'uomo- ha detto Strogalski al blog statunitense Colossal- Con la pace, la continuità duratura, la flessibilità nell'armonia con un permanente adattamento, la natura sembra reclamare ciò che si vuole togliergli."

La romantica serie Nature Takes Over e la sfavillante perfezione dei veicoli che Thomas Strogalski ritrae per lavoro si possono vedere su Behance e Instagram oltre che sul sito internet del fotografo tedesco. (via Colossal)

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