Dal sito della Biodiversity Heritage Library si possono scaricare gratuitamente 150mila antiche illustrazioni di fiori e animali

Il materiale reperibile sul sito della Biodiversity Heritage Library è sconfinato. Tanto che la biblioteca virtuale si presenta come il più grande archivio digitale liberamente accessibile al mondo. Ci sono ricerche scientifiche provenienti da riviste e bibliteche di tutto il mondo ma anche antiche illustrazioni botaniche, schizzi di animali e diagrammi.

150mila immagini ad alta risoluzione, poi, sono disponibili gratuitamente per il download. Come in altri casi di cui ho parlato (ad esempio qui o qui) è possibile modificare o usare per scopi commerciali i file.

La Biodiversity Heritage Library condivide inoltre 55milioni di pagine di letteratura scientifica (alcuni testi risalgono al XV secolo) per incentivare la collaborazione tra studiosi e contribuire a combattere il cambiamento climatico.

Sul sito ci sono vari strumenti di ricerca utili a snellire la consultazione di addetti ai lavori, appassionati e studiosi. Il materiale illustrato è vario C’è, ad esempio il libro The Zoological Sketches (1861) di Joseph Wolf o un testo che, acquerello dopo acquerello, descrive nel dettaglio i fiori indigeni delle isole Hawaii.

Scartabellare le versioni digiatali degli antichi testi in archivio alla Biodiversity Heritage Library può essere piacevole ma non è strettamente necessario. Volendo è possibile scegliere e scaricare le immagini desiderate dalla pagina Flickr della biblioteca specializzata. (via This Is’t Happiness)

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Le lumache protagoniste dei foto set anni '50 di Aleia Murawski e Sam Copeland

All images © Aleia Murawski and Sam Copeland

All images © Aleia Murawski and Sam Copeland

La coppia di creativi statunitensi Aleia Murawski e Sam Copeland si è ritagliata uno spazio nel settore mettendo al centro delle loro storie degli attori, magari un po’ lenti ma dotati di un’indubbia simpatia: le lumache. Così i piccoli gasteropodi si ritrovano protagonisti di fotografie e video musicali dall’incerta collocazione temporale..

Aleia Murawski e Sam Copeland vivono nell’Illinois, lo stato delle praterie, conosciuto tra le altre cose per avere come capitale la Springfield in cui probabilmente sono ambientati i Simpson. Ed è proprio da questo connubio tra natura addomesticata e cultura pop che traggono linfa le loro divertenti creazioni. Cortometraggi e immagini nostalgiche, che ritraggono rassicuranti quartieri residenziali con prati curatissimi e case in colori pastello, o più recentemente motel e fast-food anni ‘50. Ambienti vintage costruiti con pazienza dagli autori a misura di lumaca.

Una volta collocate le piccole chiocciole sul set, spingerle ad interpretare la loro parte non è sempre facile e può richiedere molto tempo e pazienza. Tuttavia Murawski scrive sul suo account instagram che è proprio osservare come interagiscono con l’ambiente la parte del lavoro che preferisce. Per spingere le lumachine verso una meta gli autori nascondono piccole quantità di cibo dietro gli oggetti di scena, ma a volte il loro comportamento è imprevedibile. Nella foto con il fenicottero rosa (pubblicata qui sotto) ad esempio, la lumaca si rifiutava di percorrere il vialetto tanto era attratta dalla replica dell’iconico ornamento da giardino.

Per vedere le simpatiche chiocciole impegnate in altre attività inconsuete in brevi animazioni e fotografie l’account Instagram di Aleia Murawski è la scelta migliore. Sul sito dell’artista, invece si possono guardare per intero alcuni video musicali. (via Colossal)

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I gioielli non convenzionali di Ewa Nowak che ingannano i software di riconoscimento facciale con stile

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La giovane designer polacca Ewa Nowak, tra le altre cose, ha creato una linea di gioielli in metallo. Sono dei ninnoli eleganti dalle linee pulite che non rinunciano a una certa morbidezza e artigianalità. Più simili a delle piccole sculture che a degli ornamenti fatti in serie. Tra loro c’è anche ‘Incognito,’ nato per sviare i software di riconoscimento facciale con stile e originalità.

Il gioiello assomiglia a un paio di occhiali da sole ma anzichè oscurare gli occhi, li incornicia. Coprendo guance e parte della fronte con delle balze dorate. Un oggetto decorativo certo, ma non privo di uno scopo. In questo modo, infatti, ‘Incognito’ rende impossibile ai sistemi elettronici riconoscimento facciale catturare i dati necessari a identificare un volto.

La creazione della Nowak non potrebbe superare l’esame di una telecamera termica ma è riuscita a ingannare l’algoritmo DeepFace di Facebook. Rendendo le signore più sicure del loro fascino e della loro privacy.

Con ‘Incognito’ Ewa Nowak ha vinto il Mazda Design Award al Łódź Design Festival. Sul suo sito web e sul profilo instagram ci sono altre sue creazioni, tra le quali una maschera riflettente. In cui privacy e provocazione si fondono e ci spingono a riflettere sui labili e mutevoli confini che separano la protezione dalla privazione. (via Plain Magazine)

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