Le opere dell’artista Cai Guo-Quiang sono come spettacoli pirotecnici. Anzi a volte sono proprio spettacoli pirotecnici. Perché Cai Guo-Quiang da trent’anni racconta il mondo di oggi e di ieri, le contraddizioni e i dilemmi filosofici dell’uomo contemporaneo, con gli esplosivi.
Il suo preferito è la polvere da sparo con cui riesce a produrre enormi dipinti ricchi di particolari, spesso citando i grandi maestri del passato.
E’ il caso della sua ultima mostra ‘Spirit of paiting’, in corso al Museo del Prado (fino al 4 marzo 2018), in cui Cai Guo-Quiang ha creato otto dipinti ispirandosi alla collezione madrilena e in particolare a El Greco, per cui Cai nutre una passione di vecchia data.
Per quanto i dipinti con la polvere da sparo siano il suo marchio di fabbrica, Cai Guo-Quiang usa una vasta rosa di medium espressivi (installazioni, video, performance) con cui realizza delle opere semplici e spettacolari. Si serve dell’aiuto di decine di assistenti (esperti di calligrafia, scultori cinesi, pescatori giapponesi, scalatori di roccia) e riesce sempre a conquistare il pubblico.
Ma anche la critica che, per esempio, nel 1999 l’ha premiato con il leone d’oro alla Biennale di Venezia.
‘Spirit of paiting’ però focalizza la sua attenzione sul solo percorso pittorico dell’artista cinese attualmente residente a New York. Ci sono dipinti ad olio e acrilico su tela creati da Guo-Quiang all’inizio della sua carriera. Ma anche schizzi rari e disegni su scatole di fiammiferi del padre Cai Ruiqin, maestro di calligrafia e pittore tradizionale, che guidò il figlio nei primi anni della carriera.
Cai Guo-Quiang ha anche creato otto opere in esclusiva per la mostra al Museo del Prado. Per farlo è rimasto qualche settimana a Madrid e ha usato la ‘Sala dei Regni’ (Salón de Reinos) o ‘Sala Grande’ (che in realtà è un edificio a parte, recentemente acquisito dal Prado) come studio. La residenza dell’artista cinese si è conclusa con la realizzazione-performance (si è svolta davanti al pubblico) del monumentale dipinto ‘Spirit of paiting’ (18 metri di lunghezza per 3 di altezza).
Il corpo di lavori dipinti con la polvere da sparo, come dice il titolo, è ispirato allo spirito dei pittori che occupano il museo con la loro opera senza tempo. Ma il vero obbiettivo della mostra (come nel caso di ‘Ai Weiwei: Libero’ a Palazzo Strozzi) era creare un dialogo tra il lavoro di Cai Guo-Quiang e il patrimonio conservato nel museo madrileno.
Una sala della personale è stata dedicata alla proiezione del documentario della regista spagnola Isabel Coixet (girato proprio in occasione dell’evento) che spiegherà ai visitatori come fa Cai Guo-Quiang a dipingere con la polvere da sparo e perché lo fa. Per chi non andrà a vederla ho inserito un breve video (in fondo) in cui l’artista parla dei suoi dipinti con la polvere da sparo. (via Designboom)