25 anni torinese, fotografo e graphic designer, Paolo Pettigiani stà facendo il giro del mondo con la sua serie di immagini 'Infrared Dolomites'. Delle psichedeliche Dolomiti trasfigurate con lenti agli infrarossi.
Degli scatti che sono diventati virali, un po’ perché le foto agli infrarossi piacciono, un po’ perché la bellezza austera della catena montuosa ne esce ridisegnata. Anzi ricolorata ma con toni tanto accesi da sembrare uscita da una pubblicità di caramelle. E’ soprattutto il rosa carico delle pinete, succoso come la polpa di un’anguria matura, a dare il tono a queste immagini.
La fotografia a infrarossi che elabora le lunghezze d’onda invisibili della luce è stata a più riprese utilizzata da diversi autori in diversi luoghi. Per esempio Pierre-Luis Ferrer (di cui ho parlato qui) l’ha usata per fare un ritratto di Parigi sospeso e primaverile. Paolo Pettigiani, invece, ne aveva già sfruttato le potenzialità per la sua serie dedicata a Central Park.
Gli scatti delle Dolomiti tuttavia hanno un carattere diverso, combattuto tra la nostalgia di vecchie cartoline scolorite e il vigore della vita che si rinnova. E le montagne ne escono come un luogo magico, in cui il timore riverenziale negli occhi dell’osservatore, lascia spazio a uno stupore carico di fiducia. E solo vagamente venato di malinconia.