Da oggi sarà possibile visitare l’enorme installazione di Kaarina Kaikkonen, al Colonnato della Rotonda di via Besana di Milano. L’opera si intitola Tied Together ed è stata realizzata in occasione della personale dell’artista finlandese alla galleria M77. Per crearla Kaikkonen ha legato l’una all’altra oltre mille camicie usate.
Nata nel ‘52, Kaarina Kaikkonen, è conosciuta soprattutto per le sculture e installazioni fatte con gli indumenti usati. Che utilizza per evocare vari concetti in un colpo solo e per la loro duttilità. Nelle mani dell’artista, infatti, i capi di vestiario assemblati tra loro e manipolati cambiano forma. A volte Kaikkonen li dispiega in modo massivo, come un esercito disincarnato, senza rinnunciare però alla loro leggerezza. Altre li irrigidisce e unisce fino a fargli assumere forme inspettate, che, caso per caso, possono ricorare, serpenti, oggetti stilizzati, strane creature e persino ossa.
Gli interventi possono essere giocosi, ironici, appena velati di nostalgia o profondamente malinconici.
Tied Together, ideato per il cortile del complesso tardobarocco, spinge a guardare verso le arcate, facendo contemporaneamente riferimento al passato dello spazio in cui è collocato. Così le camicie fluttuano di fronte allo spettatore come una parata di fantasmi. La Rotonda della Besana, infatti, è un ex cimitero che conteneva quasi 150 mila corpi, e fino al 1700, era il luogo di sepoltura delle salme provenienti dall’ospedale Maggiore. Come ancora oggi ricorda il porticato con le sue decorazioni a forma di piccoli teschi.
Francesca Alfano Miglietti, curatrice della mostra e dell'intervento di arte pubblica di Kaikkonen, che aveva già affrontato il tema degli abiti come involucro, memoria del corpo, nella mostra di Palazzo Reale, Corpus Domini Dal Corpo Glorioso alle Rovine dell’Anima, ha scritto: “Che legame c’è tra abiti, corpo e memoria? Le opere di Kaarina Kaikkonen sono poetiche riflessioni sull'umanità in questo tempo, in ogni atto immaginativo e creativo vive la stessa relazione che esiste tra l’ombra e il corpo che la proietta. Kaarina Kaikkonen sa bene che ricreare esperienze è ricordare, e mostra così l’altra faccia di una presenza, i vestiti contengono la presenza di chi li ha indossati, e la sua opera pone lo spettatore di fronte a qualcosa di nuovo e sconosciuto, ma allo stesso tempo di estremamente familiare e intimo”
Recuperare il numero di camicie necessario a completare il progetto non è stato facile. Per farlo Kaikkonen ha collaborato con l’organizzazione umanitaria di cooperazione internazionale Humana People to People Italia. Quest’ultima le ha selezionate tra quelle depositate nei contenitori stradali (gestisce il servizio di raccolta di abiti usati in 42 province italiane). Al termine dell’evento le camicie verranno vendute contribuendo a finanziare dei progetti solidali.