L’artista Takahiro Iwasaki che scolpisce spazzolini da denti, asciugamani, scope e rotoli di nastro adesivo

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Nato ad Hiroshima, l’artista Takahiro Iwasaki ci parla di ambiente e urbanizzazione. E tutto considerato, era matematico che lo facesse, o poco ci manca. Ma è il modo in cui si esprime a lasciare a bocca aperta chi osserva le sue opere.

Perché Takahiro Iwasaki crea delle minuscole e fragilissime sculture lavorando con dei materiali improbabili: setole degli spazzolini da denti o delle scope, fili degli asciugamani e rotoli di nastro adesivo ma anche polvere e capelli.

Si ispira all’architettura industriale del secolo scorso. Non altera mai gli oggetti da cui parte. Le sue opere sembrano ergersi dalle cose d’uso comune come se si trattasse di un processo naturale. Come se fosse normale che proprio lì sorgesse una città lillipuziana.

In realtà, il processo che conduce all’opera finita non è per niente semplice. Per esempio, quando lavora con gli spazzolini da denti deve tagliare minuscole sezioni di setole; invece con i nastri adesivi ( la rigida superficie del rotolo deve essere scolpita con forza ed attenzione.

Il titolo della serie da cui provengono tutte queste opere è: “Out of disorder (Brushes of World)”. Recentemente Takahiro Iwasaki ha esposto con la URANO Gallery (di Tokio) all’Art Stage Singapore 2017.

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Il Padiglione Giappone di Takahiro Iwasaki alla Biennale di Venezia 2017

Alla fin fine le torri di trasmissione o le ruote panoramiche di Takahiro Iwasaki sembrano dei disegni in 3d. In questo senso le sue opere ricordano quelle di Chiharu Shiota (anche se cambiano sensibilità e scala delle sculture).

E come quest’ultima prima di lui, Iwasaki è stato scelto per rappresentare il suo Paese alla Biennale di Venezia 2017 “Viva Arte Viva”. A partire dal 13 maggio potremo vedere il suo Padiglione Giappone e scoprire quali meraviglie ci riserverà "Turned upside Down, It's a Forest", per ora possiamo invece ammirare altre immagini delle sue sculture-miniature su Artsy o Ocula Magazine. (via Colossal)

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ProBoyNick che disegna animali, fiori e quant’altro sulle macchine sporche di Mosca

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Si chiama Nikita Golubev (alias ProBoyNick) e nella vita fa l’illustratore. E come tutti gli illustratori disegna in modo preciso e ricco di particolari. Una caratteristica che gli abitanti di Mosca di certo avranno modo di riconoscere vedendo il suo stravagante progetto di street-art anzi la sua “Dirty Car Art”.

Perché Nikita Golubev a tempo perso disegna sulle macchine sporche. Usando smog e polvere come fossero pigmenti o grafite.

Cerca le sue vittime a quattro ruote nei parcheggi e trasforma i luridi automezzi in tele su cui creare opere d’arte straordinariamente ricche di particolari. Il che, c’è da credere, spingerà i proprietari a rimandare ancora a lungo il necessario lavaggio.

I soggetti variano ma ProBoyNick ha una particolare predilezione per gli animali (coccodrilli, squali, scimmie ecc).

Con la sua Dirty-art l’artista ironizza sulle condizioni ambientali della capitale russa e abbellisce le strade trafficate dell’ex-unione sovietica con opere effimere.

Per vedere altri lavori di Nikita Golubev o ProBoyNick, che dir si voglia, ci sono i suoi account Instagram e Behance che tiene costantemente aggiornati. (via Twisted Sifter)

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Le uova in porcellana di Limoges di Juliette Clovis decorate con un tripudio di fiori, uccelli ed ornamenti vari

“Habu Kiku,” 2017. 21x20x20 cm. Porcellana di Limoges, smalto, sovrasmalto rosso e oro dipinto a mano.

“Habu Kiku,” 2017. 21x20x20 cm. Porcellana di Limoges, smalto, sovrasmalto rosso e oro dipinto a mano.

La francese Juliette Clovis (di cui ho già parlato qui) continua a lavorare con la famosa porcellana di Limoges. Ma nella sua nuova serie ha deciso di mettere da parte i busti di donna in favore di un altro soggetto classico: l’uovo.

Reinventato naturalmente, secondo il canovaccio a cui Juliette Clovis ha abituato i suoi estimatori. Ci sono motivi della tradizione orientale ed occidentale fusi insieme, per dare un effetto di ricchezza decorativa.

A volte l’artista francese interviene con il pennello disegnando fiori, dragoni o uccelli. Ma più spesso applica delle piccole sculture sulle uova, che movimentano la perfezione della forma di partenza, e possono arrivare a ricoprirla interamente.

Ogni pezzo è fatto a mano da Juliette Clovis a La Manufacture La Seynie, che è la più antica manifattura di porcellana di Limoges di tutta la Francia.
Le uova di porcellana di Limoges di Juliette Clovis sono attualmente in mostra alla Galerie Mondapart di Boulogne-Billancourt (nella regione dell’Île-de-France). L’esposizione continuerà fino al 4 maggio, 2017, ma per chi non avesse in programma di andare oltralpe, pur desiderando vedere altri suoi lavori, ci sono il sito internet della Clovis e il suo account Instagram. (via Colossal)

“White splendeur,” 2017. 13x11x11 cm. Porcellana di Limoges, smalto e biscuit.

“White splendeur,” 2017. 13x11x11 cm. Porcellana di Limoges, smalto e biscuit.

“Anser Cygnoides,” 2017. Porcellana di Limoges, smalto e biscuit. Sovrasmalto blu cobalto dipinto a mano.

“Anser Cygnoides,” 2017. Porcellana di Limoges, smalto e biscuit. Sovrasmalto blu cobalto dipinto a mano.

“Mamba,” 2017. 20x16x16 cm. Porcellana di Limoges, smalto, sovrasmalto nero dipinto a mano.

“Mamba,” 2017. 20x16x16 cm. Porcellana di Limoges, smalto, sovrasmalto nero dipinto a mano.

“Ceropégia,” 2017. 16x21x14 cm. Porcellana di Limoges, smalto e biscuit, sovrasmalto verde dipinto a mano.

“Ceropégia,” 2017. 16x21x14 cm. Porcellana di Limoges, smalto e biscuit, sovrasmalto verde dipinto a mano.

“Grus Japonensis,” 2017. 21x17x17 cm. Porcellana di Limoges, smalto e biscuit, sovrasmalto nero dipinto a mano.

“Grus Japonensis,” 2017. 21x17x17 cm. Porcellana di Limoges, smalto e biscuit, sovrasmalto nero dipinto a mano.

vista dello studio di Juliette Clovis

vista dello studio di Juliette Clovis