Nato ad Hiroshima, l’artista Takahiro Iwasaki ci parla di ambiente e urbanizzazione. E tutto considerato, era matematico che lo facesse, o poco ci manca. Ma è il modo in cui si esprime a lasciare a bocca aperta chi osserva le sue opere.
Perché Takahiro Iwasaki crea delle minuscole e fragilissime sculture lavorando con dei materiali improbabili: setole degli spazzolini da denti o delle scope, fili degli asciugamani e rotoli di nastro adesivo ma anche polvere e capelli.
Si ispira all’architettura industriale del secolo scorso. Non altera mai gli oggetti da cui parte. Le sue opere sembrano ergersi dalle cose d’uso comune come se si trattasse di un processo naturale. Come se fosse normale che proprio lì sorgesse una città lillipuziana.
In realtà, il processo che conduce all’opera finita non è per niente semplice. Per esempio, quando lavora con gli spazzolini da denti deve tagliare minuscole sezioni di setole; invece con i nastri adesivi ( la rigida superficie del rotolo deve essere scolpita con forza ed attenzione.
Il titolo della serie da cui provengono tutte queste opere è: “Out of disorder (Brushes of World)”. Recentemente Takahiro Iwasaki ha esposto con la URANO Gallery (di Tokio) all’Art Stage Singapore 2017.
Il Padiglione Giappone di Takahiro Iwasaki alla Biennale di Venezia 2017
Alla fin fine le torri di trasmissione o le ruote panoramiche di Takahiro Iwasaki sembrano dei disegni in 3d. In questo senso le sue opere ricordano quelle di Chiharu Shiota (anche se cambiano sensibilità e scala delle sculture).