Un po’ gioielli un po’ creature marine, le sculture di Valérie Rey, fatte di vetro foglia d’oro funghi secchi e rami caduti

“Gelée Royale” (2017), Wood and glass, 16 x 11 x 15 inches

“Gelée Royale” (2017), Wood and glass, 16 x 11 x 15 inches

Valérie Rey raccoglie sezioni di tronchi d’albero e rami ma anche funghi e gusci di semi per farne delle accattivanti sculture. Per realizzare questa metamorfosi applica foglia d’oro e perle di vetro di diverse forme e colori.

La sculture dell’artista di origine francese Valérie Rey in qualche modo richiamano alla mente il lavoro della statunitense Esther Traugot (che recupera e cerca di riportare alla vita rami caduti dagli alberi, bacelli di semi ecc.) ma anche vagamente quello del giapponese Toshihiko Shibuya (che spesso usa puntine di vetro inserendole direttamente nella natura come fossero funghi), senza tuttavia essere simili ne alle opere dell’una ne a quelle dell’altro. 

La Rey recupera si oggetti trovati abbandonati nella foresta pluviale del Costa Rica (che è il suo paese d’adozione) ma non cerca di ripararli come la Traugot il suo intento è quello di esaltarli, da Shybuya poi, che pensa che l’ artista non debba modificare la Natura (è già una sublime opera d’arte) ma spingere le persone a guardarla, la separa l’oceano.

Valérie Rey con un passato da designer usa foglia d’oro, vetro (soprattutto sotto forma di perle artigianali) per trasformare quelle che lei definisce “reliquie” in sculture dall’aspetto prezioso. A volte simili a gioielli, altre come certi accessori di moda, le sculture della Ray assomigliano la gran parte delle volte ad anemoni, pesci e altre creature marine. 

Per vedere altre opere di Valérie Rey il sito web dell’artista o il suo account Instagram sono la soluzione ideale. (via Colossal)

“Après la Pluie”

“Après la Pluie”

Particolare di “Après la Pluie”

Particolare di “Après la Pluie”

“Angel Virus” (2015), Wood and glass, : 18 x 9 x 9 inches

“Angel Virus” (2015), Wood and glass, : 18 x 9 x 9 inches

“E2” (2017), Wood and glass, 7 x 7 x 7 inches

“E2” (2017), Wood and glass, 7 x 7 x 7 inches

Cervelle de Moineau (2017), Glass, 13 x 7 x 7 inches

Cervelle de Moineau (2017), Glass, 13 x 7 x 7 inches

“In The Sky With Diamonds” (2017), Wood and glass, 6 x 6 x 14 inches

“In The Sky With Diamonds” (2017), Wood and glass, 6 x 6 x 14 inches

Supernova

Supernova

“Effervescence” (2016), Wood and glass, 14 x 12 x 9 inches

“Effervescence” (2016), Wood and glass, 14 x 12 x 9 inches

“Black Rainbow” (2017), Wood and glass, 8 x 8 x 5 inches

“Black Rainbow” (2017), Wood and glass, 8 x 8 x 5 inches

Detail of “Gelée Royale” (2017), Wood and glass, 16 x 11 x 15 inches

Detail of “Gelée Royale” (2017), Wood and glass, 16 x 11 x 15 inches

Le sculture in legno di Hsu Tung Han iperrealiste e pixelate come ologrammi mal riusciti

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Le sculture in legno del taiwanese Hsu Tung Han non aspirano a rappresentare la realtà ma degli ologrammi mal riusciti.

Sono ritratti iperrealisti con dei pixel cubici qua e là, che interrompono l’illusione dello spettatore di trovarsi di fronte a un proprio simile (seppur color legno) e lo riportano alla cruda realtà: sta’ guardando la copia scultorea di un’immagine digitale. Ma di un’immagine tridimensionale che in quanto tale un po’ di inquietudine la crea.

Così come i soggetti che Han sceglie, usciti pari-pari dalle pagine di una rivista patinata o dai fotogrammi di un film. E poco importa se si tratta di imperatrici cinesi del passato (o abbigliate piu’ o meno come tali), di modelle a passeggio, o di gangster con tanto di tatuaggi.
Con i pixel, insomma, Han sospende la narrazione, gela l’attimo e un pochino anche l’osservatore.

Per arrivare a questi risultati Hsu Tung Han deve perdere molto tempo per ogni pezzo, facendo schizzi preparatori e modelli di creta prima di cominciare a lavorare il legno.

Guardate da vicino le sculture sono raffinate opere di intarsio dove i pixel sono anche la scusa per giocare con la tessitura del legno.

Per vedere altre stupefacenti opere di Hsu Tung Han basta dare un’occhiata al suo account Flickr. (via Colossal)

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Le incredibili sculture in legno di Matt Johnson che riproducono in ogni minimo particolare vecchie scatole di cartone e altri rifiuti

La scultura iperrealista di Matt Johnson è strettamente legata alla Storia dell’Arte.  Infatti l'artista ha scelto di scolpire il legno e di dipingerlo, solo che lui riproduce in ogni particolare scatoloni di cartone e vecchi imballaggi.

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