La serie di orologi Real Time del designer olandese Maarten Baas, presentata nel 2009 proprio in Italia (al Salone del Mobile di Milano), mette insieme nostalgia, ingenuità e tecnologia. Il disegno dell’oggetto, infatti, è semplice, spesso dalle linee volutamente infantili ed evocativo di modelli di orologi diffusissimi in passato, ma il quadrante è uno schermo piatto. A guardarlo però sembra che sia un vetro, dietro al quale un omino armato di spugna e colore, cancella e ridisegna le lancette 24 ore su 24.
Da quando è stato presentato questo progetto di Baas è cresciuto. Già l’anno successivo la riedizione di un orologio da tavolo con numeri luminosi era diventata una app. In seguito la famiglia dei Grandfather Clocks (che evocano con ironia gli orologi a pendolo di primo-novecentesca memoria) è entrata nelle collezioni del Rijksmuseum di Amsterdam, del Victoria Museum di Melbourne e della Maison Rouge di Parigi. Maarten Bass ha anche girato un film (Sweeper’s Clock), in cui due figure in tuta da lavoro, riprese dall’alto su una spiaggia, cambiano la posizione delle lancette muovendo dell’immondizia depositata sul litorale.
Dal 2016 all’aeroporto di Amsterdam c’è un’orologio della serie Real Time (Shiphol Clock) ad alleggerire l’attesa dei voli internazionali. L’omino che incessantemente ridisegna le lancette ha una tuta da lavoro blu, uno straccio giallo e un secchio rosso, in omaggio al pittore olandese Piet Mondrian.