A pochi mesi dalla conclusione della grande mostra, Breath Ghosts Blind, al Pirelli Hangar Bicocca, Maurizio Cattelan ritorna a Milano per la Design Week, con due interventi. Il primo è una scultura iperrealista intitolata “You”. Un’autoritratto in cui Cattelan si rappresenta impiccato nel lussuoso bagno di Casa Corbellini-Wassermann (in cui ha sede la galleria del suo storico mercante e amico Massimo De Carlo). Mentre il secondo, che verrà presentato oggi al Tempio crematorio del cimitero Monumentale di Milano, è un lavoro del ‘94: “Ninna Nanna”. Dei sacchi riempiti con le macerie del Padiglione d’Arte Contemporanea distrutto nel ‘93 da un’attentato mafioso in cui morirono 5 persone.
In qualche modo le due installazioni, insieme, riproducono la trama della mostra al Pirelli Hangar Bicocca. Conclusa da un monumento alla brutalità del terrorismo. In questo caso, sia la sede dell’esposizione sia il fatto che Cattelan donerà “Ninna Nanna” alla città una volta concluso l’evento (il 6 novembre), rappresentano un tributo dell’artista alle vittime e alla comunità.
“You”, invece, è una scultura presentata per la prima volta nella galleria Massimo De Carlo (dove rimarrà fino al 25 giugno) e non è priva di una vaga, macabra, leggerezza. Malgrado l’opera sia un’autoritratto in cera dell’artista, vestito e pettinato di tutto punto e con un primaverile mazzo di fiori in mano, mentre penzola da una coda appesa al soffitto. Ma si intitola “You” chiamando lo spettatore, involontaro voyeur del Cattelan suicida, a partecipare ad un gioco di specchi, che l’artista aveva già cominciato con i marmi, le superfici riflettenti e le porte della location.
In “You” ritorna il tema del sucidio e della disperazione silenziosa, protagonista di altre famose opere di Maurizio Cattelan, e del pubblico osservatore potenzialmente ostile dell’artista impotente. Che arrivava all’incontro con le migliori intenzioni. Addirittura portando in dono un grazioso mazzo di fiori. Ma l’opera si apre anche a molte altre interpretazioni, a cominciare da quella metaforica, sottolineata dall’abbigliamento formale (che contrasta con i piedi nudi) e dai capelli perfettamente acconciati.
Così spiegano l’opera gli organizzatori: "YOU è un’allucinazione, un’immagine di controllo e di perdita. Un gesto generoso di accoglienza ma anche un inevitabile addio, YOU esplora il ruolo dell’individuo nello spazio pubblico. Dichiarazione di resa o forse semplicemente l’affermazione di una nuova gentilezza, questo nuovo lavoro di Maurizio Cattelan attesta la morte dei grandi poteri infondendo nuove energie nella forza dell’individuo. "