La Pop Art provocatoria e surreale di Mel Ramos
Nato a Sacramento nel ‘35 da una famiglia portoghese, Mel Ramos, fu uno dei primi artisti Pop. Si distinse dai colleghi della east-coast per il colore californiano e una certa libertà rappresentativa, ma soprattutto per aver rivisitato, con insistenza, il tema del nudo femminile in chiave pop.
Aveva esplorato l’astrattismo per poi dedicarsi ad opere figurative. Fu allievo e poi amico di Wayne Thiebaud (che di Ramos si è spinto a dire: “Farò una dichiarazione molto audace e dirò che Mel è un pittore molto più importante, interessante e più grande di Andy Warhol"), ma ebbe un rapporto molto stretto anche con Roy Lichtenstein. Di cui in seguito raccontò : “Ero a New York con un mio amico che si chiama Roy Lichtenstein, la cui fidanzata all'epoca lavorava nella mia galleria. E quando ero a New York […] di solito stavamo da lui nel suo loft. E andavamo a cena fuori e parlavamo di arte e di vita".
Dipingeva i personaggi dei fumetti (fu uno dei primi a farlo) e bellissime ragazze nude che affiancava ai prodotti di consumo. Queste ultime, sbucavano dal fondo monocromo, privo di profondità, per nascondersi (ma mai più di tanto) dietro a bottiglie di ketchup o tubetti di dentifricio, facendo il bagno in enormi coppe di Martini o emergendo da banane e pannocchie.
La maggior parte di queste rappresentazioni era ingenuo e le donne di Ramos troppo stereotipate per essere pensate come esseri reali. Altre immagini, però, erano meno candide, ai limiti della pornografia.
In generale, le signore ammiccanti nei dipinti di Ramos, ricordano le pin-up della pubblicità degli anni ‘50-’60 del secolo scorso. Quindi le sue opere possono essere viste come un commento critico al consumismo. Ed in effetti, così vennero interpretate all’inizio. Ma con il tempo, e l’affermarsi dei movimenti femministi, il lavoro dell’artista venne guardato meno benevolmente dalla critica, che cominciò a sottolineare come le donne nei lavori di Ramos si facessero oggetti. Un critico donna, negli anni ‘70, parlò apertamente di natura feticista e umiliante dell’immagine femminile nella sua opera.
Ramos si giustificò in vari modi nel corso del tempo, ma sempre negando queste letture. Diceva che le donne apparivano così nel suo lavoro, perchè per lui, in quanto uomo, erano oggetto di desiderio.
D’altra parte, se Thiebaud, dipingeva file di cheese cakes o apple pies pronte al consumo, invece di mazzi di fiori o quant’altro fino ad allora aveva definito la Natura Morta, non era strano che Ramos sostituisse le modelle in carne ed ossa con le loro rappresentazioni deformate da un nuovo immaginario collettivo. A loro volta tramutate in merci.
"Non credo che i dipinti parlino di erotismo e non credo che siano dipinti erotici. Penso che abbiano a che fare con un'intera idea sociale che viene perpetuata e alimentata. I dipinti si concentrano semplicemente su quella condizione sociale, non necessariamente la confermano o la negano".
In compenso, va detto che le donne di Ramos, anche quando hanno il volto di personaggi famosi (da Marilyn a Uma Thurman), non sono affatto realistiche. A cavallo tra le conigliette di Play Boy e le rappresentazioni dei fumetti, sono strettamente bidimensionali anche quando di dimensioni ne hanno tre. Oltre ad essere un pò kitch.
Lui parlando in generale della sua opera, negli anni ‘80 ha spiegato: "Il mio lavoro è radicato nel Surrealismo, sicuramente (...) Ogni serie di dipinti che ho fatto sembra avere come tema centrale e pervasivo questa nozione di congiunzione, cioè di un simbolo con un altro simbolo".
Sia come sia, i nudi di Ramos anticipano certe soluzioni adottate in seguito da Jeff Koons e, dietro la loro apparente leggerezza, si fanno carico del peso di una società lacerata da un cambiamento dei costumi inesorabile e psicologicamente violento. Adesso la sua opera è conservata in importanti collezioni tra le quali quella del Guggenheim Museum di New York, del MoMa di New York, del MOCA di Los Angeles, del Museum Moderner Kunst di Vienna e del Whitney Museum of Art (ancora New York).