I funghi giganti sono tra le opere più conosciute e amate dell’artista Carsten Höller. Sia nella versione semplice, in quella Giant Duble Mushroom o Triple Mushrooom, sia in quella capovolta della Fondazione Prada (“Upside Down Mushrooom Room”). Rievocano la psichedelia degli hippie, i riti sciamanici, i cartoni animati, pongono interessanti domande, citano le nature morte tanto care ai fiamminghi (non a caso Höller è nato in Belgio), le illustrazioni botaniche. E sono belli da vedere.
Galleria Continua ha recentemente creato una nuova foresta di queste iconiche sculture nel suo spazio espositivo di Les Moulins (nel grazioso comune Boissy-le-Châtel non lontano da Parigi). L’installazione si chiama semplicemente “Nuovo long term project”.
In questo caso le sculture fanno parte delle serie Giant Duble Mushroom e Giant Triple Mushroom, in cui l’atista riproduce le solite Amanite Muscarie insieme ad altri funghi di minor fama. Un lato è composto dal primo, l’altro da uno o due diversi miceli.
"I funghi Fly agaric in mostra-spiega Galleria Continua- sono sempre una metà perfetta nei Giant Double e nei Giant Triple Mushroom, completati con un quarto di altre specie della medesima altezza. Questi funghi giganti sembrano crescere direttamente dal pavimento di cemento dello spazio industriale, una volta l’area delle cisterne della cartiera. I Giant Double Mushroom esposti sono stati precedentemente presentati nella famosa mostra di Höller, SOMA, all’Hamburger Bahnhof di Berlino, dove delle vere renne avevano la possibilità di mangiare dei veri Fly agaric e di giocare con le sculture".
Carsten Höller prima di diventare un artista è stato entomologo. Le conoscenze scientifiche sono alla base del suo lavoro, tanto che le mostre spesso sono veri e propri esperimenti con lo spettatore al posto della cavia da laboratorio (da notare che in tutta l’opera di Höller l’aspetto ludico e un certo sadismo vanno a braccetto). Nei funghi giganti, tuttavia. i riferimenti alla Storia dell’Arte sono evidenti, sia per la dettagliata precisione dei soggetti rappresentati, che per la grazia delle pose (se così si può dire trattandosi di funghi).
Al centro della sua opera scultorea c’è l’Amanita Muscaria o Fly Agaric. Un fungo tossico conosciuto sin dalla preistoria per i suoi effetti psicoattivi. Quindi una fonte di percezione alternativa della realtà (tema centrale in tutta l’opera di Höller). E allo stesso tempo un simbolo ambiguo e destabilizzante che, a seconda del contesto, può parlare di innocenza, mistero, natura rigogliosa o pericolo.
"Le repliche giganti dei funghi sono anche estensione della ricerca sul tema del doppio e del principio di divisione (...). Solo attraverso la separazione e quindi la divisione da un ambiente teoricamente infinito, qualcosa può essere prima percepito, poi contemplato e infine compreso. Naturalmente entro i nostri mezzi e solo in una certa misura poiché il tutto, indiviso, rimane un enigma".
D’altra parte i funghi, con o senza effetti stupefacenti, dai libri di cucina sono tornati ad essere piatto forte del dibattito culturale da un po’ di tempo a questa parte. Come testimonia il fiorire di pubblicazioni sull’argomento, ma soprattutto lo splendido film-documentario di Netflix “Fantastic Fungi” (2019, diretto dal pioniere della fotografia time-lapse Louis Schwartzberg). I biologi stimano che sulla terra ne esistano 3 milioni e 200 mila specie ma solo 120 mila sono note alla scienza. E, nonostante il 60% delle sostanze attualmente usate in farmacia derivi dai funghi, si pensa che la loro capacità di curare sia ancora in gran parte sconosciuta.