L’installazione si chiama semplicemente "Sakura Shibefuru" ("Petali di Ciliegio che Cadono"). Realizzata dall’artista originario di Hiroshima, Motoi Yamamoto, per il Setouchi City Art Museum, rappresenta 100mila petali di ciliegio quasi identici. Creati con cristalli di sale marino.
Il lavoro di Motoi Yamamoto, quasi incredibile nella pazienza e precisione che comporta, ha da sempre a che fare con la circolarità e la transitorietà del tempo e della vita. Ma quest’installazione, quasi scolpita sul pavimento dello spazio espositivo, sottolinea i concetti che si dipanano poi come cerchi concentrici ad altre idee correlate, nel paradosso di trattenere i ricordi perduti esorcizzandoli.
"Sakura Shibefuru" ("Petali di Ciliegio che Cadono") ha comportato circa nove giorni di lavoro velocissimo a Yamamoto, che, per portarlo a termine, si è fabbricato uno strumento adeguato.
L’artista, che in questa mostra espone anche lavori bidimensionali della metà degli anni ‘90 (“Quando tutto è cominciato”), voleva che l’arte di osservare gli alberi di ciliegio in fiore, il cosidetto hanami, tanto praticato ed amato dal popolo del sol levante, arrivasse all’estremo limite nel suo culmine e compimento. Quando cioè i petali dei sakura cadono a terra. Per permettere agli spettatori di contemplare l’istante che divide esperienza e ricordo, in un processo di scambio e sovrapposzione tra personale e collettivo.
Il lavoro di Motoi Yamamoto prende le mosse da due esperienze traumatiche: la morte della sorellina ventiquatrenne per un tumore al cervello e la perdita successiva della giovane moglie di un tumore al seno. Di lì l’artista ha trovato nel sale, nel suo candore e nel suo potere di purificazione (sottolineato nei funerali shintoisti), un alleato capace di salvare le sue memorie familiari mettendole in scena in mandala sempre uguali e sempre diversi.
Il sale, tuttavia, presente più o meno ovunque, per Yamamoto è anche un simbolo collettivo che congiunge tutte le culture e le epoche storiche.