Le sculture dell’artista francese Hubert Duprat, sono tanto piccole quanto preziose. Misurano in media dai 2 ai 3 centimetri e sono fatte di scaglie d’oro, perle, turchesi, corallo e pietre. Nessuno guardandole potrebbe immaginare che a farle siano stati degli insetti. Delle larve, anzi. Di tricottero.
I tricotteri (Trichoptères) sono minuscole creature che vivono vicino ai corsi d’acqua. Ne esistono 12mila specie, sono diffusi un po’ ovunque. Da adulti volano. Mentre allo stadio larvale vivono nelle acque basse. Ma la loro particolarità è che si creano un bozzolo di foglie, pietruzze di fiume, sabbia e sedimenti. Lo tengono insieme con la seta che secernono da delle ghiandole poste vicino alla bocca. E se lo portano in giro, come le lumache con il loro guscio. Ma i tricotteri, dopo qualche settimana, crescono, lo abbandonano e volano via.
Hubert Duprat, già dagli anni ‘80 sfrutta questa caratteristica dei tricotteri per produrre raffinate e inusuali sculture. Un pò come fa Aganetha Dyck fa con le api.
Riesce nel suo intento, mettendo gli insetti in acquar,i in cui sostituisce la sabbia con l’oro, i ramoscelli col corallo, i sassolini con le pietre preziose o semi-preziose. I tricotteri, completano questo quadro di materiali lussuosi legando il tutto con fili di seta. L’idea è geniale. Ma ha richiesto lunghe sperimentazioni per concretizzarsi. Gli insetti, infatti, costruiscono bozzoli con materiali diversi anche a seconda delle specie e non solo del fondale.
Hubert Duprat si avvale della collaborazione dei tricotteri per un complesso quadro di ragioni. C'entrano il ruolo dell'artista, la dicotomia natura-cultura e, per erstensione, i concetti di fascino e repulsione. Ma anche senza entrare nel merito, la sua ricerca è bella, inconsueta ed intrigante.
Io, le sculture di Hubert Duprat, le avevo viste una quindicina di anni fa, in una neo-nata Galleria Zero. Erano uguali ad oggi. Dopo di loro ho visto centinaia di opere di altri artisti. Almeno il novanta per cento le ho dimenticate. Ma gli acquari di Duprat e le sue minuscole sculture non mi sono mai passate di mente.
Hubert Duprat è stato ospite alla Biennale di Venezia dello scorso anno. Ma non aspettatevi di seguirlo sui social-networks. Perché si è fatto un account Facebook alla chetichella, quasi in segreto, che non è facilissimo da trovare e non è accessibile a tutti. Non ha neppure un sito internet. O comunque lo deve avere nascosto bene.Le immagini di questo post sono in rete grazie al museo australiano Museum of old and new art e al fotografo francese Fabrice Gousset.