Le intricate sculture di Eunsuh Choi fatte da centinaia di bastoncini di vetro lavorati a lume e intrecciati

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L’artista coreana Eun Suh Choi crea delle sculture di vetro aggraziate e complesse, caratterizzate da con un tocco infantile; giocoso.

Sono di medie dimensioni, costruite come fossero castelli di carte, sovrapponendo ed incastrando tra loro centinaia di fragili bastoncini lavorati a mano.

A livello concettuale Eun Suh Choitratta i concetti di aspirazione ed ambizione (che sono la base per un progresso costante, anche se fragile).

"Il mio lavoro si concentra specificamente sul desiderio di comunicare il fluire aggraziato delle nostre tensioni emotive attraverso il mezzo plastico del vetro lavorato a lume"- dice in un’intervista rilasciata alla rivista americana Habitat-“Mi piace lavorare con la scultura, utilizzando la forma e l’atmosfera che la circonda per ritrarre le storie che si basano sull’incontro dell’uomo con successo e fallimento nel perseguimento dell’ambizione personale.”

A vederle tuttavia, le sculture, sembrano elaborati prodotti della grafica 3d sviluppati con un tocco glamour. Non certo il minuzioso risultato di una pratica artigianale paziente e antica.  La Choi, infatti, usa l’antica tecnica della lavorazione a lume del vetro.
Per vedere altre opere di Eun Suh Choi e saperne di più su di lei, oltre al suo sito si può ricorrere alla Gallery Sklo o ad Habitat Fine Art. (via Colossal)

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“Floating Cloud”, la nuvola che fa luce e vola sul comodino by Richard Clarkson

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Floating Cloud è la nuova creazione del designer newyorkese Richard Clarkson. Si tratta di una lampada in fibra di poliestere che nella forma riproduce in tutto e per tutto una nuvoletta. E vola davvero.
Floating Cloud è la naturale evoluzione di un prototipo, realizzato da Clarkson in un numero limitato di esemplari lo scorso anno.

Ma se la prima versione era di dimensioni piuttosto impegnative e si sollevava al massimo 4 centimetri, la nuova è piccola quanto basta per far sempre bella figura in un salotto o su un comodino e dovrebbe restare permanentemente sospesa a quasi 7 centimetri dalla base.

Le nuvole sono uno delle forme ricorrenti nella produzione di Richard Clarkson che ne ha già fatto lampadari e applique. Floating Cloud ne ricalca la maggior parte delle caratteristiche ma è più evoluta. Tenuta in sospensione da un complesso sistema composto da magneti, elettromagneti e un sensore, cambia colore come i suoi predecessori ma è più piccola, risponde ai cambiamenti dell’ambiente circostante (musica, voci) e soprattutto si libra al di sopra del basamento come una vera e propria nuvoletta.

Benchè la nuova nuvoletta di Clarkson sia adesso una produzione di serie non bisogna crederla meno esclusiva, visto il prezzo non proprio popolarissimo. 

Per saperene di più su Floating Cloud di Richard Clarkson : qui (via Colossal)

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Le casette per gli uccelli degli ottomani che sembrano palazzi riccamente ornati

diverse foto courtesy of Caner Cangül

diverse foto courtesy of Caner Cangül

Un elemento curioso e non molto conosciuto dell’architettura ottomana in Turchia è l’abitudine di inserire una casa per uccelli sulla facciata degli edifici simbolo delle città. Moschee, ponti, locande e biblioteche possedevano una loro casetta per i volatili. Sulle fontane poi erano inseriti anche dei minuscoli abbeveratoi.

Ma più che semplici ricoveri per piccioni, rondini o passeri sembrano palazzi in miniatura. Con più di un ingresso e ricchi decori ricalcano l’architettura delle residenze più importanti del paese. A volte si articolano su due piani.

Gli ottomani avevano preso ad inserire queste dimore per pennuti sugli edifici per preservarne le facciate dalla corrosione. Ma anche perché si riteneva che chi offre riparo agli uccellini sarebbe stato ripagato con eventi fortunati.

La presenza e la cura con cui queste casette erano realizzate ha contribuito a rafforzare l’amore per gli animali. Tutt’ora i turchi hanno una particolare predilezione per gli uccelli che sfamano e che durante le migrazioni rallegrano numerosi alcune delle loro città (l’autore del blog istambulperitaliani riferisce che ad Istambul si fermano spesso: cicogne, falchi, gru e aironi).

Negli anni queste casette sono state chiamate con nomi diversi, talvolta divertenti altre poetici, come “kus köskü” (padiglioni degli uccelli), güvercinlik” (colombaie) e “serçe saray” (palazzo passero).
La maggior parte di queste casette che caratterizzarono così tanto l’architettura ottomana è andata distrutta. Degli esempi tuttavia sono ancora presenti in tutte le città turche. La più antica risale al XVI secolo ed è parte del Büyükçekmece Bridge di Instambul. (via Colossal)

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photo collage by Colossal

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