L'artista, Eduard Martinet, non si accontenta di mettere insieme alla bell'e meglio oggetti di recupero comprati da robivecchi, botteghe antiquarie o sfasciacarrozze, per creare le sculture. Il suo, al contrario, è un lavoro meticoloso, fatto di ricerche, illuminazioni ed esperienza. E alla fine, da un insieme eterogeneo di cose (pompe e catene da bicicletta, fanali d'auto, parti di scarponi da sci ecc.) prendono forma uccelli e insetti, pesci e crostacei, riprodotti nei minimi dettagli.
Martinet, impiega solo un mese per terminare una scultura. Ma, prima di cominciare a lavorare su un progetto, realizza numerosi schizzi preparatori e ha già chiaro in mente cosa usare per riprodurre ogni parte delle sue opere. Perchè lo scultore francese non si accontenta di saldare gli oggetti metallici tra loro, al contrario li assembla come stesse montando un puzzle 3D e li fissa solo con viti e bulloni.
"Ciò che distingue il lavoro di Martinet- scrive il sito della galleria d'arte Sladmore Contemporanea- è la brillante chiarezza formale delle sue sculture, e la loro straordinaria eleganza di articolazione. Il suo grado di virtuosità è unica: nulla è stato saldato. Le sue sculture sono avvitate insieme. Questo dà alle sue forme un ulteriore livello di ricchezza visiva - ma non in un modo che semplicemente trasmetta la secca precisione come potrebbe fare, per esempio, un orologiaio. In questo caso c'è un X-Factor , uno spirito aggraziato, una rivisitazione della evidenza in cui un oggetto ben rifinito non si illumina con la perfezione, ma con il carattere, dandogli una nuova vita".