L'irresistibile design giapponese retrò delle finestre ad angolo arrotondato

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Le finestre ad angolo arrotondato giapponesi agli occidentali, quasi irrazionalmente, richiamano alla mente: cartoni animati, illustrazioni e fumetti. Ma sulle prime non il Giappone. Quando si è distratti si notano appena e non come a un elemento tipico,. Eppure nel Paese del Sol Levante in un certo periodo queste strane finestre hanno attecchito con vigore.

Tanto che riflettendoci ci si rende conto che emanano un design retrò tutto giapponese. E che si adattano alla vetrina di un ristorante dove si serve il sushi o a una rivendita di sake.

Adesso sono passate di moda, ma le finestre ad angolo arrotondato, prima venivano usate per le vetrine dei negozi ma anche su appartamenti e complessi dedicati agli uffici.

Per vedere altre finestre giapponesi ad angolo arrotondandato e godersi il loro design retrò si possono digitare su Instagram le hashtag # レ ト ロ 窓 (finestra retrò) e # 角 の 丸 い 窓 (finestre ad angolo arrotondato). (via Spoon and Tamago)

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"Black Lives Matter", il murale della discordia a Washington DC, che adesso è diventato "Black Lives Matter Defund the Police"

Fotografia © Nadia Aziz

Fotografia © Nadia Aziz

Ha fatto notizia il tutto mondo il muraleBlack Lives Matter” (Le Vite dei Neri Contano, in italiano) della 16esima di Washinton DC. Sfondo perfetto, lineare e spazioso come le strade americane e giallo come la segnaletica orizzontale, per i notiziari che parlavano delle manifestazioni del’omonimo movimento. Ma chi sono gli autori?

Sembrava uno spontaneo (anche se molto laborioso) gesto di sostegno ai manifestanti. Sul principio si era persino diffusa la notizia che l’autrice fosse una singola artista afroamericana. Invece il murale che si dispiega sulla strada che conduce alla Casa Bianca, ha ben più prosaiche origini. E adesso anche un testo diverso.

Le elezioni di novembre si avvicinano a passi da gigante. Così il sindaco democratico di Washington, Muriel Bowser, ha deciso di far prendere vernice e pennello a un gruppo di impiegati comunali e volontari. In modo che venerdì scorso (5 giungo 2020) il murale si materializzasse pronto ad attirare l’attenzione delle telecamere.

Ma il movimento Black Lives Matter, che chiede principalmente che vengano tagliati i fondi alle forze di polizia per aumentare i finanziamenti alle comunità afroamericane, non ha gradito affatto.

E ha twittato: "Questa è una distrazione performativa dai veri cambiamenti politici. Bowser è stata costantemente dalla parte sbagliata della storia del BLMDC (Black Lives matter Washington DC, ndr). Questo gesto è servito soltanto a placare i liberali bianchi mentre ignora le nostre richieste. Black Lives Matter significa tagliare i fondi alla polizia"

Gli attivisti poi sono passati dalle parole ai fatti e armati di vernice gialla e pennelli hanno modificato il murale. Che adesso recita: “Black Lives Matter Defund the Police”.

La versione originale si concludeva con il simbolo della città, che i manifestati hanno cancellato e sostituito con un uguale. Appena finito il murale, infatti, asseriva: “Black Lives Matter = Defund the Police”. A questo punto il sindaco ha fatto sparire l’uguale e ripristinare il simbolo della città.

Per adesso le parole invece restano .Tuttavia i media statunitensi riferiscono che Bowser non è stata chiara quando le è stato chiesto se in un prossimo futuro intendesse riportare l’opera di street art allo stato originale. Quindi il murale di Washington DC continuerà a chiamarsi “Black Lives Matter Defund the Police” fino a nuovo aggiornamento. (via Colossal)

L'artista Han Cao ha messo minuscole mascherine ricamate sulle vecchie fotografie

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Nella serie “Quarantine Collection” l’artista Han Cao ha creato delle minuscole mascherine ricamate, che cuce sulle fotografie vintage.

Han Cao vive a Palm Springs negli Stati Uniti e passa molto tempo tra negozi d’antiquariato e mercatini delle pulci per recupera le sue “tele”. L’artista, infatti, ha l’abitudine di intevenire con ago e filo sulle immagini d’epoca. Vecchie, o più spesso antiche, fotografie, cartoline ecc. Quello che conta è lo spessore della carta.

In questo modo Han ridà vita a piccoli spaccati di un’epoca passata.. Il ricamo le serve a sottolineare, cancellare ed enfatizzare . Nelle foto che sceglie ci sono quasi sempre delle persone, ma lei, spesso, ne copre i volti per dare alle immagini una valenza universale.

Nel caso della serie “Qarantine Collection”, invece, l’artista non ricama direttamente sulle fotografie. Prima prepara la mascherina e poi la applica come fossero veri presidi di protezione delle vie aeree. Perchè adesso sono le persone ritratte ad essere inconsapevli testimoni di un mutamento storico a cui non hanno potuto assistere.

Così ne parla Han: "Questa collezione è un modo per ricordare questo momento storico significativo, incentrato sui nostri sforzi individuali e collettivi per proteggere e salvare la vita degli altri."

“Quarantine Collection”, come dice il nome, è stata creata durante la quarantena. Per vedere altre opere di questa ed altre serie si può dare un’occhiata alla pagina instagram di Han Cao. (via Jealous Curator)

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