I colori psichedelici e le strane forme dei laghi salati australiani nelle fotografie aeree di Leah Kennedy

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Senza una spiegazione la serie ‘Salis’ dell’australiana Leah Kennedy (di cui ho già parlato qui) resta un enigma. Le immagini che la compongono sembrano illustrazioni astratte, troppo dense per essere acquerelli, troppo calligrafiche per essere fatte ad acrilico o olio. Invece sono fotografie aeree che ritraggono alcuni laghi salati australiani.

Immortalati dall’alto, i laghi salati di Leah Kennedy, perdono definizione, fin quasi dissolvere i loro confini nei bruni, negli ocra e nei rossi del riarso paesaggio circostante. Ma più delle forme sono i colori, perlacei o straordinariamente vivi che siano, a. stupire

“I laghi salati sono ciò che rimane di un paesaggio antico- spiega Leah Kennedy sul suo sito internet- quando il clima era più umido e i fiumi lasciavano il segno del loro passaggio. I minerali e forse le alghe determina il loro colore. Laghi abbastanza vicini nello spazio possono avere colori drammaticamente diversi.”

Il punto d’osservazione inconsueto, ha anche il pregio di regalarci l’affresco di una natura incontaminata e primordiale, su cui i segni lasciati dall’uomo per quanto, lievi spiccano come elementi alieni.

Leah Kennedy scatta le sue fotografie aerea da sola, senza aver paura dell’altezza. Ha vinto diversi premi per le sue immagini e rientra nella ristretta rosa dei fotografi emergenti australiani.

Lei del suo lavoro parla così: “La mia fotografia è ispirata dalla passione per i viaggi, le nuove esperienze, la curiosità e da un'insaziabile vena creativa. Mi sforzo di trovare l'insolito e l'unico, (...) credendo fermamente che la bellezza sia ovunque. La fotografia per me è un misto di arte, immaginazione, realtà e tecnologia”.

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Le fotografie aeree di Leah Kennedy che fanno diventare la Namibia simile a un quadro di Burri

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E’ una Namibia morbida, quasi liquida, tattile, fatta di colori caldi che si spengono nei grigio-azzurri di alcune rocce, quella che ritrae la fotografia aerea dell’ australiana Leah Kennedy.

Come capita quasi sempre quando le immagini vengono catturate dall’alto, gli scatti della Kennedy sconfinano nell’astrattismo. Richiamano un po’ le opere di Alberto Burri per la paletta di colori ma soprattutto per quella vaga sensazione di sofferenza lontana che riescono ad evocare senza appigliarsi a nessuna forma di narrazione..

Leah Kennedy non usa droni per catturare il paesaggio dall’alto . Scatta lei stessa da aerei ultraleggeri o elicotteri (per la serie dedicata alla Namibia gliene è toccato uno senza porte). E’ appassionata di fotocamere e attrezzatura fotografica. Della fotografia aerea ama l’ambiguità, la perdita del senso della prospettiva che è in grado di generare.

Per vedere altri scatti di Leah Kennedy ci sono il suo sito internet e gli account Facebook o Instagram.

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