Toshihiko Shibuya usa 9mila puntine da disegno per sottolineare la bellezza incantata del Manabe Garden di Hokkaido
Sull’isola di Hokkaido, in Giappone, a poca distanza dal comune di Obihiro, c’è lo splendido Manabe Garden. Diviso in tre sezioni, ospita dei magnifici giardini giapponesi e occidentali, c’è anche una foresta che ricorda le illustrazioni di Hayao Miyazaki. E una galleria d’arte (open gallery "Big Tree"), che non si capisce bene cosa ci faccia lì, ma lavora nel cuore più verde del parco.
Ed è proprio in questo paesaggio incantato che Toshihiko Shibuya ha realizzato la sua ultima installazione: Generation 8 symbiosis-coexistence. Composta da ben 9mila puntine da disegno a testa sferica in vari colori. Tutte rigorosamente applicate a mano, su tronchi d’albero e rami caduti, per sottolineare la bellezza del paesaggio e allenare lo sguardo dell’osservatore ad avvicinarsi a un proliferare di vita minuta, che anima il bosco e lo rinnova costantemente,
Non a caso, installata sul finire d’agosto e presentata il 1 settembre, Generation 8, adesso ha completamente cambiato faccia. L’opera dell’artista è immutata, ma invece di apparire sul legno nudo, è diventata parte di un microcosmo fatto di muschio, piccole piante ma soprattutto funghi di ogni genere. Che non coprono il lavoro dell’artista ma lo completano. Lo rendono parte del paesaggio. Come se prima avessimo avuto a che fare con un presagio d’autunno, uno spirito, che ha preso corpo solo dopo la festa dell’ecquinozio nipponica (Shubun no hi 秋分の日).
"Cerco di non controllare la natura- dice Toshihiko Shibuya- ma di accoccolarmi vicino ad essa, di usarla in modo intelligente. Il mio lavoro si ispira alla Circolazione della vita installando circa 9.000 pezzi singoli che sono piccoli simboli sferici, rosa, blu, arancioni, bianchi e neri. Con essi ho evocato immagini di vita riproduttiva. Dovrebbero essere visti come una massa di uova o spore depositate da pesci, anfibi, funghi o molluschi."
L’artista, che sostiene con il suo lavoro la necessità di modificare l’ambiente naturale il meno possibile, questa volta riflette anche sulla crisi COVID. E su un mondo di forme di vita invisibili ad occhio nudo come quello dei virus. Microscopici e privi di pietà ma allo stesso tempo schiavi delle stesse regole che la natura impone a tutti gli organismi.
"Dobbiamo ripensare alla natura e alle nostre relazioni con essa- continua l'artista- Penso che la soluzione (di questa crisi ndr) non sia umana. I batteri e un virus sono forme di vita sulla terra. Non c'è niente che possiamo fare per domare Madre Natura."