“TeamLab Jungle” la sfavillante foresta di luci ultra-tech che suonano e ballano
Il gruppo interdisciplinare TeamLab (di cui ho già parlato qui) ha annunciato per l’inverno prossimo un festival di musica sperimentale. Si chiamerà “TeamLab Jungle”, si terrà ad Osaka e il termine “sperimentale”, com’è nella consuetudine del collettivo nipponico (molto conosciuto in Italia per aver realizzato il padiglione giapponese di Expo 2015), non si riferisce principalmente al tipo di musica suonato.
“TeamLab Jungle” sarà uno spazio 4D (!) creato da milioni di linee di luce mobili ed interattive. Ci sarà una grande scultura immateriale costituita da raggi luminosi controllati da un software, intitolata “Light vortex’. Una sorta di caverna che gli spettatori potranno percorrere e in cui le linee di luci oltre ad intrinsecarsi danzeranno. Quest’ultima si chiamerà “Light Cave” e darà l’impressione di attraversare il suono stesso. Poi "Light Shell" e “Light Corde” permetterà ai visitatori di toccare i raggi di luci producendo note diverse a seconda del punto sfiorato. Un po’ come se le persone fossero all’interno di uno strumento musicale.
Le opere di TeamLab hanno la particolarità di situarsi in un imprecisato luogo in cui arte, design e tecnologia si congiungono. Non è mai chiaro quale di queste discipline prevalga. E’ invece evidente che i progetti del gruppo giapponese sono innovativi e possono, in un secondo momento, essere ripensati e sfruttati ad altri fini dalla Società.
Le opere che verranno inserite in questo festival musicale sono più “minimali” rispetto alla media dei progetti targati TeamLab per cercare di fondere le esperienze visiva e tattile con quella uditiva. Senza che una sia prevalente sull’altra.
Quello che gli artisti cercano di fare attraverso questo progetto è chiaramente modificare la percezione dello spazio nello spettatore e trasformare il modo in cui ascolta la musica in un’esperienza multisensoriale e immersiva.
All’interno di “TeamLab Jungle” ci sarà anche un bar che cambierà i colori delle luci a seconda del drink ordinato: rosso per un cuba libre, ad esempio, o verde per un mojito. (via Designboom)