Come un mago Shota Suzuki trasforma gli umili fiori di primavera in leggere e flessuose statue di metallo
Le opere dell’artista giapponese Shota Suzuki rappresentano quasi sempre fiori. Denti di leone, crisantemi selvatici, fiori di ciliegio (sakura), qualche foglia secca. A grandezza naturale. Incredibilmente realistiche. Ma la cosa straordinaria è che sono sculture di metallo. Eppure continuano a suscitare una sensazione di fragile bellezza.
Tra i soggetti ricorrenti delle sculture di Shota Suzuki ci sono persino i soffioni.
Lavorate a mano, le sculture, sembrano vere, delicate e minute infiorescenze.Sono colorate ma mai dipinte. I toni realistici che rifiniscono le sculture di Suzuki, infatti, sono quelli del metallo stesso. L’artista usa spesso la polvere d’oro. A volte sfrutta i toni verdi delle patine d’ossidazione di rame e ottone. I rossi bruni del ferro. E le sfumature tanto ceree quanto luminose che la luce produce su argento e nichel.
Classe 1987, Shota Suzuki, vive a Kyoto e si è specializzato in lavorazione artigianale del metallo all’università.Si impegna assiduamente su questo progetto artistico, che tende a cancellare la pesantezza dal materiale mantenendone inalterata la forza, da sette anni ormai.
“I miei principali soggetti sono le piante nel loro ambiente naturale- spiega sul suo sito internet- Le piante selvatiche mi permettono di sentire la vitalità della natura. Germogliano, fioriscono e poi muoiono. Trovo affascinante ogni fase della loro vita. E traggo ispirazione dalla "visualizzazione della natura". Ad esempio, quando si cammina e si vede un unico fiore che sboccia sulla strada. O il vento soffia via i petali o le foglie, o ancora, una goccia d'acqua che cade da un albero creando una lunga serie di movimenti ondulatori. Io cerco di coniugare l'energia e la morbidezza che hanno sia il metallo che le piante e metterli nelle mie opere.”
Nelle mostre, Suzuki installa le sue sculture in maniera minimale ma con occhio attento a luci e supporti, per creare un sobrio senso di magia nello spettatore.
Il lavoro di Shota Suzuki affonda le radici nell’antica arte giapponese di osservare la natura, che si concretizza nell’ Hanami (usanza tradizionale di osservare gli alberi in fiore) e nei meno conosciuti Momijigari (osservazione delle foglie autunnali) e Tsukimi (festa della luna piena d'autunno).
Per tenersi aggiornati sul lavoro di Shota Suzuki si può seguire il suo blog o il suo account Facebook. (post apparso per la prima volta su Artbooms)