Maurizio Cattelan fa una mostra sui falsi nella patria delle imitazioni. Nel frattempo Jeff Koons viene condannato per aver copiato una scultura
Portare in Cina una mostra d’arte contemporanea sulle imitazioni può sembrare come se qualcuno cercasse di vendere ghiaccio agli esquimesi. Ma se quel qualcuno è una stella come Maurizio Cattelan (ne ho parlato qui) che ha costruito una carriera su sfottò e colpi di teatro usando i media (che abboccavano, spesso ignari. all’amo dell’artista) come grancassa e parte dell’opera d’arte per la loro (la nostra, quindi) maliziosa ingenuità, il discorso cambia. Se poi accanto a lui c’è il direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, che definisce la moda come “un frullato di bellezza”, si capisce che l’evento vuole stupire e seguirà la strada di una trasgressione controllata.
E, infatti, “The artist is present” (titolo rubato alla mostra evento che Palazzo Strozzi stà dedicando alla carriera di Marina Abramovic), ideata da Alessandro Michele e curata da Maurizio Cattelan allo Yuz Museum di Shanghai (fino al 16 dicembre), ha scelto di riflettere sul tema della contraffazione partendo dal presupposto che “l’originalità è sopravvalutata”. Insomma secondo Cattelan i falsi promuovono e preservano le opere d’arte (e gli oggetti di design, come le borse di Gucci) e l’ossessiva ripetizione può portare a raggiungere l’originalità.
“The Artist is Present- scrivono nella presentazione della mostra Cattelan e Michele- si concentra su progetti di artisti che propongono la simulazione e la copia come paradigma della cultura globale. Il titolo stesso mira a dimostrare come l'atto di copiare possa essere considerato un nobile atto di creazione, con lo stesso valore artistico dell'originale.”
La mostra è composta dalle opere di oltre 30 artisti ed è stata anticipata da grandi pubblicità sui muri di Milano, New York, Londra e Hong Kong che riproducevano i poster originali della mostra di Marina Abramovic. Tra le opere da tenere a mente: la copia in scala ridotta della Cappella Sistina ‘Untitled’ firmata dallo stesso Cattelan;
‘Rosa-blu’ di Kapwani Kiwanga che affronta il tema del plagio facendo attraversare al visitatore un corridoio colorato di rosa Baker-Miller (un tono che gli esperimenti hanno dimostrato avere un effetto tranquillizzante in modo univoco sui soggetti), e dopo di un intenso blu neon (che viene spesso utilizzato nei bagni pubblici per scoraggiare l'uso di droghe per via endovenosa e nelle metro giapponesi per dissuadere dal suicidio),
oltre, per esempio, a ‘Power Toilets / Council of the European Union’ di Superflex, replica a grandezza naturale eseguita in modo minuzioso, del bagno del Consiglio dell’Unione Europea di Bruxelles.
Mentre la mostra sulla falsificazione del duo Maurizio Cattelan- Alessandro Michele è in corso un’altra stella sempre splendente nel firmamento dell’arte contemporanea è nei guai per aver copiato una pubblicità.
La Corte di Giustizia di Parigi, infatti, ha dato ragione al creativo Franck Davidovici e condannato Jeff Koons per violazione del copyright. Davidovici sosteneva che una scultura (‘Winter fact’ attualmente di proprietà della Fondazione Prada di Milano) di Koons fosse una copia della sua pubblicità ‘Fait d’hiver’, realizzata per il brand d’abbigliamento Naf Naf. Koons non ha mai negato di aver usato l’immagine come base per la sua scultura ma non come copia bensì come esplicita citazione. La corte tuttavia ha multato Koons, il Museo Pompidou (per averla esposta) e un editore (per averla pubblicata).
Nel frattempo una compagnia cinese che non si voleva far battere sul campo da un gruppo di occidentali ha organizzato una grande mostra itinerante di Takashi Murakami e Yayoi Kusama. Peccato che gli artisti non ne sapessero niente e che sembrino orientati a ritenere che le opere esposte fossero false. Stanno valutando se fare causa.
La concatenazione di questi eventi ci fa capire che in un mondo digitalizzato e globalizzato il tema della proprietà intellettuale è più che mai d’attualità anche per gli artisti, ma che in questo campo rischia più facilmente che in altri settori ,di tramutarsi in un coltello a doppio manico (via yatzer, artforum)