Maurizio Cattelan mette la parola fine al pensionamento anticipato e torna in scena a Parigi con tutte le sue opere più discusse
La finta pensione di Maurizio Cattelan è finita. Ad archiviarla definitivamente, dopo il wc placcato d’oro installato nel bagno del Guggenheim museum di New York, ci pensa “Not afraid of love”, una grande mostra personale alla Monnaie de Paris.
Maurizio Cattelan è reduce da una pausa dal lavoro durata cinque anni. E coincisa più o meno con gli anni più duri della crisi economica occidentale. Il famoso artista di origini padovane, campione di incassi alle aste, ne parlò ai tempi, come di un vero e proprio abbandono. Una pensione dal mondo dell’arte a cui nessuno ha mai creduto.
E a ragione. A mettere la parola fine a questa ennesima boutade dell’ormai maturo “enfant terrible” dell’arte italiana, è stata l’opera intitolata “America” e installata a settembre al Guggenheim museum. La scultura è un water placcato in oro 18 carati, completamente funzionante, che ha rimpiazzato uno dei sanitari esistenti nel bagno del museo. Una pietra tombale in stile Cattelan per la pensione anticipata.
Ma a dissipare definitivamente ogni dubbio sul futuro professionale di Maurizio Cattelan è stata “Not afraid of love”. Una grande mostra a cura di Chiara Parisi che si sviluppa negli eleganti saloni settecenteschi del palazzo parigino Monnaie de Paris e mette in scena tutte le opere più importanti di Cattelan. Infilate come fotogrammi di un filmone hollywoodiano, le opere, non sono disposte in ordine cronologico, e mirano a farsi rileggere. Come fossero state rimontate per raccontare una storia un po’ diversa.
Insomma, si riparte da Parigi. Ma tant’è, dato che Maurizio Cattelan è Maurizio Cattelan, non rinuncia del tutto alla bugia del pensionamento nemmeno di fronte all’evidenza e dichiara: “Questa mostra è davvero la prima, dopo l’esposizione al Guggenheim, che mette insieme più di tre lavori miei allo stesso tempo. E’ un’edizione speciale delle cose che ho fatto prima di ritirarmi. Diciamo che è una mostra che segue il requiem come una storia di Poe, mi sembra di essere morto ma posso ancora vedere ed ascoltare ogni cosa intorno a me”.
Tra scherzi e provocazioni che hanno contraddistinto il lavoro di Cattelan (e che segnano quindi anche questa mostra che lo ripercorre), spicca tragica e stupenda una composizione scultorea in marmo di Carrara: “All” del 2007, in cui le sagome di nove corpi mal composti si intravedono sotto altrettanti sudari. (via Designboom)