Jacob Hashimoto che crea sculture fluttuanti fatte da migliaia di piccoli aquiloni in carta di riso
Le installazioni di Jacob Hashimoto sono molto grandi, composte da elementi che si ripetono gli uni accanto agli altri, spesso appesi al soffitto, in masse aeree e fluttuanti, fanno pensare a nuvole o a un mare ondeggiante.
Anche ‘The Eclipse and Never Cames Tomorrow’ l’opera realizzata dall’artista alla St. Cornelius Chapel sulla Governors Island di New York richiama l’incontro di due pesanti nubi dai colori opposti. Presentata in anteprima lo scorso anno a Palazzo Flangini durante la Biennale d’Arte di Venezia da Jacob Hashimoto, la scultura, è composta da oltre quindicimila piccoli aquiloni circolari di carta di riso
Tutti rigorosamente fatti a mano.
Le origini di Jacob Hashimoto sono indubbiamente giapponesi come testimonia il nome ma la sua biografia è quella di un americano: nato a Greeley in Colorado, ha studiato arte a Chicago, vive e lavora nel Queens di New York. Tuttavia l’opera di Hashimoto mantiene dei tratti orientali, come la sensibilità nell’evocare la natura, la capacità di dare centralità e concretezza al paesaggio, o certe scelte in fatto di materiali.
In ‘The Eclipse and Never Cames Tomorrow’ ad esempio usa dei piccoli aquiloni circolari di bambù e carta di riso. Ma Jacob Hashimoto non si limita a contemplare la natura, le sue installazioni sono organismi ben più complessi a livello concettuale in cui la semplicità delle forme, ripetute centinaia e centinaia di volte, reinventa certi movimenti artistici del ‘900, mentre lo sguardo si rivolge già ai pixel di un computer, emblema della tecnologia e di un futuro/presente che viaggia su percorso di intelligenza (artificiale) binaria.
"Le sue composizioni accattivanti e stratificate- recita la biografia di Hashimoto sul suo sito internet- fanno riferimento a videogiochi, ambienti virtuali e cosmologia, pur restando profondamente radicate nelle tradizioni storico-artistiche, in particolare l'astrazione, il modernismo e l'artigianato basati sul paesaggio.”