Il tempo che scorre sereno, come un cane che dorme a casa, presumibilmente vicino alla sua famiglia (“Dog”), o sospeso nel diorama di un paesaggio minuscolo ed incantato (“The Hideout “). Fino al tempo inquieto di chi si sposta per fuggire dal proprio passato o per cercare un altro futuro. Forse si tratta di un solo viaggio (“The Boatman”?) o di un peregrinare permanente (“The Horseman”?) Ma poco importa,. quel che conta è che in questo caso il tempo perde familiarità e sicurezza., diventa inconsueto ma anche minaccioso.
Hans Op de Beeck, per rendere ancora più chiaro il tema di questa serie, inserisce anche due sculture simboliche. Nella prima una coppia di giovanissimi innamorati (“The Cliff”), si appresta a superare la soglia che separa l’infanzia dalla vita adulta. Nell’altra un’anziana coppia guarda l’orizzonte (“Mum and Dad”).
Hans Op de Beeck, che oltre ad essere un’artista visivo è anche regista teatrale, compositore e drammaturgo, generalmente scolpisce i suoi personaggi dopo aver fatto posare dei modelli, Ma spesso (come d’altra parte, in questo caso) affigia delle figure metaforiche
“In generale- ha detto- cerco di evocare un mondo artificiale, una versione condensata della realtà che parla di noi come esseri umani e che spesso mette in scena goffamente la nostra vita, i nostri rapporti con gli altri, il nostro ambiente e la nostra mortalità (…) Al di là del supporto che utilizzo, spero che le mie opere siano come una mano consolatoria sulla spalla, un abbraccio caldo e un’oasi mentale per la pace e la tranquillità”.