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Fabio Viale che fa tatoo su iconiche sculture in marmo

images courtesy of fabio viale

Fabio Viale realizza copie delle sculture che hanno fatto la Storia dell’Arte e poi le riempie di tatoo stile gangster. Ma non si limita a dipingerli: fa penetrare il colore nel marmo proprio come si trattasse di un vero tatuaggio. Ha collaborato persino con dei chimici per raggiungere il risultato desiderato.

Scultore vecchia maniera, il piemontese Fabio Viale, ama spiazzare l’osservatore attraverso contrasti che si manifestano in modo semplice e inaspettato come tatuaggi, appunto, sulla marmorea pelle di una scultura classica. Passato\ presente, pesante\ leggero\, sacro\profano., prezioso\ pop si uniscono in matrimoni improbabili che tuttavia non possono che dirsi riusciti.

Come molti suoi colleghi che hanno scelto di lavorare il marmo ne è affascinato e le sue provocazioni passano sempre da lì. Così nel suo lavoro troviamo una barca di marmo bianco che galleggia e funziona perfettamente, copertorni in marmo nero talmente simili ai loro parenti in gomma da suscitare stupore (simula persino i segni d’usura) e statue apparentemente antiche che contemporaneamente sembrano fatte di polistirolo. Miracoli della tecnologia? Macchè Viale fa (quasi) tutto a mano (e nel caso del finto polistirolo in cui modella pazientemente bolla a bolla.si arma anche di una pazienza certosina).

Nella serie dei tatoo, Fabio Viale realizza copie perfette dell’orginale. O quasi. Il Laocoonte, per esempio, si differenzia dal gruppo scultoreo conservato ai Musei Vaticani perchè il protagonista è solo. E, certo, ha il corpo ricoperto da un tatuaggio intricato e decisamente splatter. Ma non è la citazione della fantasia di un maestro dell’horror, è la copia dell’affresco della cattedrale di San Petronio di Bologna (L’inferno) di Giovanni da Modena. La Venere di Canova (o Venere Italica) invece si accontenta di avere sulla pelle fiori e motivi ornamentali copiati direttamente alla yakuza.

In un’ intervista rilasciata alla rivista online designboom Viale ha spiegato: “È un incontro tra vita e morte, tra sacro e profano. Una combinazione, le relazioni tra questi due insiemi, si traducono in un solido legame che crea energia: il preconcetto che abbiamo della bellezza classica e la durezza insita in un certo tipo di tatuaggio criminale provocano sussulto e meraviglia.”

Fabio Viale, che distrugge anche le sue opere facendole rotolare nelle cave di Carrara (ne parlerò più avanti), può essere seguito anche su Instagram.

il Laocoonte tatuato con l’Inferno di Giovanni da Modena

Marmo lavorato per dare l’effetto polistirolo

particolare pneumatico in marmo nero

Venere Italica con tatuaggi usati dalla yakuza

Tayuaggi della mafia russa

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