Le minuscole e fragili sculture di (euglena) fatte con i semi dei soffioni
Le sculture della giovanissima artista giapponese (euglena) sono piccole-piccole. Fragili e delicate come i semi dei soffioni di cui sono composte. Tanto minuscole che per guardarle bisogna avvicinarsi. E loro, per ricambiare l’attenzione dell’osservatore, si muovono con lui e ne accompagnano il respiro.
La pazienza e la fermezza che occorrono per costruire queste forme lillipuziane vengono bilanciate dalla leggerezza dei volumi e dall’impalpabile gioco dei chiaroscuri, ombra e luce che si riflettono sui piani e giocano con il materiale traslucido di cui sono fatti i semi di tarassaco.
Ma è nel movimento che queste piccole sculture si realizzano. L’elasticità e la leggerezza del materiale, infatti, è determinante per permettere ai volumi di aprirsi, distendersi, contrarsi, vibrare. Scongiurando l’effetto museo e rendendo lo spettatore partecipe della loro poetica danza e responsabile del loro futuro (in questo senso il lavoro si allontana dal mantra giapponese dell’osservazione della natura e si fa portavoce di istanze ambientaliste).