Gli scatti ingenui e spettacolari di Emile Rakotondrazaka, il padre della fotografia in bianco e nero del Madagascar
Gli scatti del fotografo Emile Rakotondrazaka o Ramily, raccontano il Madagascar come una terra poetica ed atemporale. E lo fanno con la tecnologia della prima metà del secolo scorso (fotografia in bianco e nero stampata su carta al bario). Senza bizze: tra un paesaggio, un tramonto e un ritratto. Ma con una costruzione dell’immagine solida, che ne fanno una colonna portante nella ricerca contempomporanea del Paese insulare dell’Oceano Indiano.
Emile Rakotondrazaka nasce nel 1939 e dalla seconda metà degli anni ‘50 comincia ad appassionarsi e dedicarsi alla fotografia. Farà l’assistente di un fotografo itinerante girando nelle aree rurali a scattare foto-tessera per le carte d’identià. Dagli anni ‘60 in poi sarà uno dei primi proprietari di uno studio fotografico e tecnico della fotografia in Madagascar. Il suo lavoro raggiungerà la fama e la maturità tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90 del secolo scorso. In particolar mondo in quel lasso di tempo, il suo laboratorio diventerà un punto di riferimento per le più eminenti personalità della cultura e della politica del Madagascar. Dai primi anni del nuovo millennio vivrà costretto su una sedia a rotelle ma morirà in tempi relativamente recenti (nel 2017).
Il suo soggetto preferito era il paesaggio. E il gusto con cui costruiva i suoi scatti, ingenui ma comunque spettacolari, è un mix di influssi, in cui l’Oriente è stranamente molto presente. Inutile dire che gli è suopravvissuto un grande archivio, composto da centinaia di paesaggi, stampe artisticamente lavorate, scatti di matrimoni in bianco e nero, ma anche eventi solenni e poesie.
Ramily è considerato il padre della fotografia in bianco e nero del Madagascar e la sua opera ha fortemente influenzato tutte le generazioni successive. Tra gli altri ha lavorato con Pierrot Men (anche lui malgascio, ma nato nel 1954). Adesso la sua opera è in mostra nella capitale del Madagascar, Antananarivo, nello spazio espositivo senza scopo di lucro, Hakanto Contemporary (ben 300 metri quadri), finanziato dall’amministratore delegato di Filatex (immobiliare ed energia pulita) e collezionista, Hasnaine Yavarhoussen.