Ai Weiwei costruirà 100 tra mega-gabbie e recinzioni varie in giro per NewYork
In autunno a New York va in scena “Good Fences Make Good Neighbors”, un’intera serie di installazioni firmate Ai Weiwei. Oltre cento tra gabbie e recinti vari.
Il progetto più grande di sempre per lui e per il Public Art Fund che l’ha commissionato.
A pochi giorni dall’inaugurazione della mostra “Law of Journery” alla Galleria Nazionale di Praga(di cui ho parlato qui) è stato annunciato un nuovo importante appuntamento per Ai Weiwei. Il progetto si intitolerà “Good Fences Make Good Neighbors” (le buone recinzioni fanno i buoni vicini) e prevede la realizzazione di oltre 100 installazioni in varie zone di NewYork. Ognuna simulerà ed interpreterà recinti e steccati di vario tipo. 10 sculture-recinzioni saranno oversize. Si tratterà del più importante progetto di arte in spazi pubblici mai eseguito da Ai Weiwei.
Al centro delle nuove opere ancora le migrazioni umane. E il titolo dell’esposizione la dice lunga su cosa esattamente questa volta l’artista intenda mettere in discussione.
L’evento si svolgerà quest’autunno (l’apertura è prevista per il 12 ottobre) e si svilupperà tra Manhattan, il Queens e Brooklyn. A commissionarlo è stato il Public Art Fund in occasione del 40esimo anniversario dell’importante organizzazione no-profit.
“Questo è il progetto più ambizioso che abbiamo mai intrapreso- ha detto direttore del Public Art Fund, Nicholas Baume, al New York Times- E di certo è il più distribuito nella città”.
Nella sua storia il Public Art Fund ha commissionato opere ad artisti del calibro di Alexander Calder o Sol LeWitt e gli si deve la magica e costosissima cascata di Olafur Eliasson “The New York City Waterfalls”.
Sempre il Public Art Fund ha invitato il prossimo maggio Anish Kapoor a realizzare la sua “Descension” a Brooklyn (ne ho parlato qui).
Tra i siti previsti per “Good Fences Make Good Neighbors” ci sono Flushing Meadows-Corona Park nel Queens, l'edificio Cooper Union di Manhattan e Doris C. Freedman Plaza, al super-turistico angolo sud-est di Central Park.
Le installazioni di Ai Weiwei per numero e dimensioni saranno uno spettacolo in grado di superare sia “Reframe” sulla facciata di Palazzo Strozzi in occasione della mostra “Ai Weiwei: Libero” (di cui ho parlato qui), sia l’opera di giubbotti di salvataggio per la Konzerthaus di Berlino (qui). Naturalmente anche l’ultima sua mostra newyorkese “Laundromat” al Deitch Project (qui) sarà una piccola cosa a confronto.
Il titolo della serie di installazioni-recinzioni “Good Fences Make Good Neighbors” oltre a citare un detto anglosassone fa riferimento alla poesia “Costruendo un muro” (“Mending wall”) di Robert Frost.