Andrea Ravo Mattoni che riproduce i capolavori con le bombolette spray ha dipinto un gigantesco Caravaggio all’ospedale di Roma

Andrea Ravo Mattoni, 'Sette opere di Misericordia'. all images courtesy andrea ravo mattoni

Andrea Ravo Mattoni, 'Sette opere di Misericordia'. all images courtesy andrea ravo mattoni

Per terminare il lavoro aveva a disposizione dieci giorni. Una finestra di tempo striminzita come un vestito vecchio. Ma Andrea Ravo Mattoni (di cui ho già parlato qui) ne ha impiegati solo sei, per riprodurre ‘Sette opere di Misericordia’ di Caravaggio sulla facciata della Residenza Gemelli di Roma.
E pensare che per farlo ha usato solo le bombolette spray.

L’intervento di street-art (che verrà presentato ufficialmente il prossimo 13 dicembre nel corso di un evento dedicatogli) si colloca in un progetto più ampio ed ambizioso dell’artista di Varese: “creare una pinacoteca diffusa a cielo aperto di dipinti classici dal 1400 al 1800, riprodotti su muri pubblici o aperti al pubblico.” Insomma, Ravo Mattoni vuole rendere la Storia dell’Arte accessibile a tutti e evidente. Il fatto che i capolavori siano stati rifatti con le bombolette spray poi, gli serve come espediente per attirare l’attenzione.
Senza dimenticare che cambiando il supporto (un edificio anziché una tela) anche le dimensioni si modificano. Nel caso dell’opera di Roma ad esempio, se l’originale di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio misura 390 centimetri per 260, il murale di Andrea Ravo Mattoni arriva a 8 metri di base per 9 e mezzo d’altezza.

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La Residenza Gemelli è una struttura per l’alloggio dei pazienti e dei familiari nell’ambito del Policlinico di Monte Mario. Il complesso di edifici, come i quartieri periferici delle città, si caratterizza per l’anonimato. In questo contesto il murale diventa un intervento di riqualificazione urbanistica. E non è il primo. “Si affiancherà a quelle presenti a Varese, Angera, Malpensa, Olbia, Gaeta, Varallo Sesia, San Salvatore di Fitalia e Parigi.” Più o meno tutte le zone in cui sono stati realizzati questi murali, infatti, sono architettonicamente tristi e anonime.

Per vedere altri capolavori riprodotti con le bombolette spray da Andrea Ravo Mattoni si può ricorrere al suo sito internet o seguirlo via Facebook e Instagram.

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Un gigante abbatte il soffitto di una banca abbandonata di Berlino. By Mario Mankey

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Ci sono calcinacci dappertutto e due piedi giganti sembrano aver sfondato il soffitto. L’impressione è che il resto del corpo della enorme creatura si trovi ai piani superiori. Ma per fortuna l’installazione dello street-artist spagnolo Mario Mankey in una banca abbandonata di Berlino si ferma lì.
A giudicare dai piedi comunque il gigante di Mankey non sembra un tipo che fa paura. Magari uno che fa sorridere, figlio com’è di un cartone animato e di una fiaba.

L’installazione temporanea “Ego Erectus” di Mario Mankey è stata realizzata nell’ambito dellagrande manifestazione di street-art The Haus a Berlino.

A The Haus hanno partecipato in totale 165 artisti cui è stato affidato il compito di riempire di opere un imponente edificio abbandonato di Berlino.
Il palazzo fatiscente, che è stato sede di una banca, è una grande costruzione (ha 5 piani) e verrà distrutto. Quindi tutte le opere (o comunque la stragrande maggioranza) sono effimere, destinate ad essere ridotte in macerie insieme alla inconsueta sede espositiva.

Mario Mankey ha cominciato a fare street-art nel 2010, vive a Berlino, dipinge e realizza sculture su larga scala. Nella sua produzione ricorre la figura di un pagliaccio triste sempre sfiorato dall’ala della tragedia.

Il lavoro di Mario Mankey puo’anche essere seguito su Instagram. (via Designboom)

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Borondo che con vetro, pittura e luce si è inventato la street-art che si muove e cambia aspetto

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Lo street-artist spagnolo Gonzalo Borondo non usa tecnologie o processi meccanici solo pittura e installazione ma riesce a far muovere le sue sculture. Gli bastano vetro e luce. Un po’ per il suo stile pittorico e un po’ perché usa lastre dipinte in sequenza ma il risultato fa pensare alla cronofotografia ottocentesca e agli esperimenti pionieristici d Eadweard Muybridge.

Con la luce artificiale in ambienti chiusi i fotogrammi scorrono piuttosto veloci come nei primi esperimenti dei precursori del cinema, mentre con quella naturale, all’aperto, le figure dipinte in sequenza sembrano spostarsi appena e non sempre, ma compensano quest’incertezza con la capacità di assorbire il paesaggio circostante e cambiare aspetto a seconda dell’ora del giorno.

Gonzalo Borondo ha lavorato parecchio in Italia. E’ dell’anno scorso a Roma, infatti, l’installazione ‘Ubiquitas’ in cui una donna dipinta su diverse lastre di vetro sembrava incedere come una modella in passerella, salvo poi moltiplicarsi e ballare.

Quest’anno a Catanzaro in occasione del festival di street-art “Altrove” ha realizzato “Aria” un’installazione monumentale composta da ben 185 vetri serigrafati (ognuna delle 73 figure che si sono formate accostandoli è stata poi completata a mano). L’opera, collocata all’aperto, nello storico e scenografico Complesso Monumentale di San Giovanni, gioca con il paesaggio e con la mutevolezza delle luci. La sequenza di lastre di vetro in questo caso, non è posta in linea retta, per meglio raggiungere l’obbiettivo.

Oltre a Gonzalo Borondo alla quarta edizione di “Altrove” hanno partecipato il francese 3ttman, l’argentino Jorge Pomar (Amor), gli italiani Ciredz e Andreco.

“Altrove” si è concluso ma resta possibile sostenere il festival comprando le creazioni dello street-artist sul loro shop. Oppure seguire Borondo sui suoi account Youtube e Facebook.

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Gonzalo Borondo, "Ubiquitas", Paradizo Inclinato (Ex Dogana, Roma), Photo: Fabiano Caputo

Gonzalo Borondo, "Ubiquitas", Paradizo Inclinato (Ex Dogana, Roma), Photo: Fabiano Caputo

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz

Gonzalo Borondo, "Aria", Festival Altrove4, Photo: ©AngeloJaroszukBogasz